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Centro Televisivo Vaticano. D’Agostini (direttore) presenta le novità in corso

Sergio Perugini

Tante sono le novità produttive, tra film, serie di documentari e progetti internazionali, che il Centro Televisivo Vaticano (Ctv) sta realizzando tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018. Ultimo in ordine di tempo è il lancio internazionale del documentario “Custodire e proteggere. La Gendarmeria Vaticana”, prodotto con Officina della comunicazione, che avverrà venerdì 1° dicembre 2017 al mercato dell’audiovisivo di Ventana Sur, a Buenos Aires, il film market più importante dell’America Latina.
Il Sir ha intervistato per l’occasione il direttore del Ctv, Stefano D’Agostini, il primo laico nella storia del centro di produzione della Santa Sede a ricoprire tale incarico dal dicembre 2015, con un passaggio di consegne con mons. Dario Edoardo Viganò, divenuto prefetto della Segreteria per la comunicazione della Santa Sede.
Nato nel 1983, negli ultimi anni il Centro Televisivo Vaticano ha potenziato fortemente il suo apparato tecnologico-produttivo, mettendo in campo diversi team di produzione di documentari – tra le collaborazioni più importanti quella con Officina della comunicazione, così come quella con Sky –, contribuendo a cambiare il modo di raccontare l’arte sacra e la religione a livello italiano e internazionale. Tra le opere più recenti: “Archivio Segreto Vaticano. Un viaggio nella storia” (2014), “L’esercito più piccolo del mondo” (2015), “San Pietro e le Basiliche Papali di Roma” (2016), “Alla scoperta del Vaticano e dei Musei Vaticani” (2014-16), “Stanotte a San Pietro” (2016), “Divina Bellezza. Alla scoperta dell’arte sacra in Italia” (2017), nonché l’imminente film per la regia di Wim Wenders che vede la partecipazione di papa Francesco come protagonista, “Pope Francis. A Man of His Word” (atteso nel 2018).

D’Agostini, il Centro Televisivo Vaticano, insieme ai suoi consolidati partner produttivi, ha contribuito a ripensare le formule del racconto documentaristico dedicato alla religione e alla storia dell’arte. Ci può fare un bilancio degli ultimi anni?
Il bilancio degli ultimi anni si pone in assoluta continuità con la linea dettata da mons. Dario Edoardo Viganò, quando arrivò al vertice della struttura nel 2013. Infatti, oltre alla copertura video dell’attività del Papa in Vaticano e durante i suoi viaggi apostolici, il lavoro del Ctv punta a rafforzare tre macro aree che costituiscono la nostra missione, ovvero diffondere il messaggio del Santo Padre e del Vangelo nel mondo. Anzitutto l’“innovazione tecnologica”, in modo da essere al passo coi tempi e soprattutto con le esigenze delle Nazioni più evolute dal punto di vista del broadcasting, senza ovviamente mai trascurare quei contesti del globo meno avanzati. Secondo, la ricerca di “nuovi linguaggi”, aspetto che stiamo affrontando in modo sempre più intenso sul fronte dell’attività documentaristica. Infine, non certo per ordine di importanza, c’è l’“attività di documentazione”: l’archivio – oggi integrato anche da quello della Filmoteca Vaticana, con il processo di Riforma della Santa Sede – che alimentiamo quotidianamente con materiale video. Un archivio digitale capace di resistere nel tempo, pensato anche per gli storici di domani, per gli studiosi di visual history.

A novembre 2017 con Officina della comunicazione avete presentato l’imponente progetto produttivo “Divina bellezza” con Alberto Angela. Qual è la particolarità dell’opera?
Certamente “Divina bellezza. Alla scoperta dell’arte sacra in Italia” è il primo “viaggio” del genere mai compiuto nel nostro Paese. Si presenta come un vero e proprio manuale audiovisivo della storia dell’arte in Italia, che in particolare riconosce arte e bellezza come dorsale di unità nazionale.

La serie di documentari in 10 dvd permetteranno di (ri)scoprire anche tutti quei tesori custoditi nei tanti musei diocesani che animano la nostra penisola. Elemento costante è la saldatura tra opere molto note e percorsi meno esplorati nel nostro territorio, nel quadro di un approccio educativo e didattico.

Infatti, oltre alla presenza di un narratore come Alberto Angela – grande esperto e noto divulgatore che non ha certo bisogno di particolari presentazioni –, ciascuna puntata offre sempre un approfondimento che consente di avvicinare lo spettatore a una determinata opera, che magari si trova poco lontano dalla propria residenza. Ricordo che la distribuzione dei Dvd prosegue in edicola attraverso le testate del gruppo editoriale Gedi, quindi con una capillarità davvero molto significativa.

Il Ctv è sempre più protagonista della scena cinematografica internazionale con i suoi documentari. Tra pochi giorni sbarcherete a Buenos Aires. Cosa presenterete?
Presenteremo tutte le opere realizzate negli ultimi anni assieme a Officina della comunicazione che, come spesso ripetiamo, rappresenta “il nostro braccio esecutivo”: “Custodire e proteggere. La Gendarmeria Vaticana” (doc, 2017), le due serie di documentari “Divina Bellezza” (10 doc, 2017) e “Alla scoperta del Vaticano e dei Musei Vaticani” (6 doc, 8 lingue, 2014-2017).
Siamo nel quadro del nuovo assetto produttivo sul fronte delle attività documentaristiche voluto dalla Segreteria per la comunicazione, che sta guidando il processo di Riforma dei media della Santa Sede. Una progettualità audiovisiva che, a partire dal 2013, ha visto una profonda accelerazione, che devo dire ci procura anche molta soddisfazione in termini di critica e di audience. Penso, ad esempio, alla partecipazione alla Mostra del Cinema della Biennale di Venezia con “L’esercito più piccolo del mondo” nel 2015 – documentario diretto da Gianfranco Pannone e presentato anche nella sede delle Nazioni Unite a New York nel 2016 –, alla presentazione di diversi documentari tra cui “Archivio Segreto Vaticano” al Festival Internacional del Nuevo Cine Latinoamericano dell’Avana a Cuba.
Venerdì 1° dicembre, quindi, saremo al film market di Ventana Sur, a Buenos Aires, la più rilevante manifestazione per l’industria dell’audiovisivo in America Latina. Un’opportunità che ci consente di diffondere maggiormente le nostre produzioni, la nostra mission valoriale e culturale a livello internazionale. Come del resto ha ricordato papa Francesco, nel suo discorso per i 30 anni del Ctv, dobbiamo “tessere relazioni con realtà differenti di tutto il mondo (…), costruire ponti, superando muri e fossati, e portare la luce del Vangelo”.

Con oltre 30 anni di attività, al Ctv state lavorando a una decisa crescita tecnologica nonché dei linguaggi-formati. Quali sfide vi attendono?
La sfida è proprio quella di continuare a innovare sul doppio fronte della tecnologia e dei formati, nell’intento di favorire la condivisione dei momenti chiave della storia della Chiesa, anche dal punto di vista mediatico.

Questo, soprattutto grazie alla Riforma, si traduce in concreto nella ricerca di linguaggi in grado di declinare la narrazione degli eventi in una grammatica originale.

Ed è quanto ci ha chiesto papa Francesco, invitandoci a non avere paura del cambiamento, come ha sottolineato del resto in occasione della Plenaria della Segreteria per la comunicazione: “Non dobbiamo avere paura di questa parola. Riforma non è ‘imbiancare’ un po’ le cose: riforma è dare un’altra forma alle cose, organizzarle in un altro modo”.

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