L’arcivescovo ha ribadito che la Santa Sede ha ratificato e aderito al Trattato per il bando totale degli esperimenti nucleari (Ctbt), ma è “turbata” dal constatare che all’appello mancano tanti Stati che ne impediscono, dopo 20 anni, la piena entrata in vigore. Il Trattato sul Bando totale degli esperimenti nucleari (Ctbt) impegna i sottoscrittori a non effettuare esperimenti sul proprio territorio e a non incoraggiare o partecipare a tali esperimenti in altri Stati, al fine di limitare la proliferazione, l’ammodernamento e la creazione di armi nucleari di ultima generazione o lo sviluppo, l’aggiornamento e la creazione di nuove generazioni di armi nucleari. India, Pakistan e Corea del Nord, non hanno ancora firmato il Trattato, mentre Stati Uniti, Cina, Egitto, Iran, Israele e Indonesia non hanno ancora proceduto alla ratifica assieme ad altri 38 Paesi giudicati a capacità nucleare avanzata.
Il rappresentante vaticano considera quanto mai urgente l’entrata in vigore del documento soprattutto guardando alle crescenti tensioni con la Corea del Nord e ai nuovi programmi di proliferazione nucleare che minano seriamente la sicurezza internazionale.
Monsignor Gallagher chiede di rilanciare i negoziati e deplora l’uso di minacce o della forza militare per contrastare l’ascesa nucleare. “Dobbiamo gettare alle spalle le minacce, la paura, la superiorità militare, l’ideologia e l’unilateralismo – ha sottolineato – perché la pace basata su equilibri di potere, minacce e controminacce è una pace instabile e falsa”. L’invito ultimo è quello di sostituire alla logica della sfiducia e della paura, “l’etica della responsabilità, del dialogo multilaterale e della cooperazione coerente e responsabile tra tutti i membri della comunità internazionale”.