GROTTAMMARE – Anche quest’anno la RAI è presente al meeting dei giornalisti cattolici e non. Per la quarta edizione l’ospite è stato Fabrizio Ferragni, Direttore delle relazioni istituzionali. 58enne, Ferragni è stato giornalista di Avvenire per poi lavorare al Tg3, al Tg1 nelle vesti d’inviato dal Quirinale e alla direzione del TGR Lazio in contemporanea con il Giubileo del 2000, prima del ritorno al TG1 nelle vesti di vicedirettore.

Lo abbiamo incontrato sabato 24 giugno nel corso della terza giornata del meeting, ecco la sua testimonianza:

“E’stata un’occasione molto importante di riflessione su dove sta andando il mondo dell’informazione. Quattro rivoluzioni industriali ci sono state: le macchine, le fabbriche, l’elettricità, il digitale. La più importante è il digitale che sta cambiando tutte le professioni. Su questo ci dobbiamo confrontare, non deve determinare il contenuto del messaggio, lo può in una certa misura forse condizionare nelle forme di fruizione. Su questo ci dobbiamo attrezzare. Sempre meno i giornalisti sono testimoni diretti, cronisti di qualcosa che vedono, ma sono certificatori di notizie che arrivano da fuori e che non vedono, di cui devono certificare la verosomiglianza, la veridicità soprattutto e devono usare immagini che vengono dalla rete. La rete è il grande strumento da cui si può, si deve attingere, ma si deve saper attingere e questa è la scommessa della nostra professione futura”.

Come deve essere il futuro digitale della RAI Radio Televisione Italiana?

“Il nostro futuro digitale è il passaggio da broadcaster di contenuti televisivi a media company, per cui andiamo al centro di questo villaggio multimediale. Siamo diventati una media company, per cui abbiamo tante piattaforme su cui andiamo a declinare il nostro prodotto. I nostri prodotti vengono promossi, c’è la crossmedialità anche attraverso le varie tipologie: radio, televisione, web. Il web in RAI deve diventare il centro dell’offerta informativa perché siamo gli unici che hanno questa immensa quantità d’informazioni e d’immagini che devono essere tradotte per il popolo della rete. Dobbiamo dare dei break informativi attraverso twitter, facebook, per poi andare nella nostra all news e nei nostri telegiornali. E’ un processo sinergico, progressivo, che stiamo declinando in questi mesi”.

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