GROTTAMMARE – Sabato 24 giugno la nostra diocesi vivrà un grande momento di festa. Verrà infatti ordinato diacono dal Vescovo Carlo Bresciani presso la Cattedrale Madonna della Marina, Emanuele Imbrescia, parrocchiano della Chiesa Madonna della Speranza di Grottammare.
Emanuele come è stato il tuo rapporto con la fede?
Il mio rapporto con la fede ha avuto alti e bassi. I miei genitori mi hanno educato da giovanissimo con grande perseveranza, purtroppo dopo la Cresima mi sono allontanato, come oggi accade ad alcuni…

Come hai vissuto la tua giovinezza?
Dopo il servizio di leva, tornando a casa ho trovato lavoro come elettricista, trascorrendo le giornate come un qualsiasi ragazzo degli “anni 90”. Più in là incontrai degli amici “buttafuori” in discoteca e iniziai a fare il PR, fino a dicembre del 2004, anno in cui mi sono sposato. Sono stati anni in cui ho incontrato varie realtà, pur mantenendo le regole di vita trasmesse dai miei genitori. Qualcuno ancora non crede che da PR, adesso serviró il Signore, ma questo è proprio quello che mi è accaduto.

Come si è riaccesa la fiamma della fede?
La fiamma della Fede si è accesa il giorno del Battesimo e ha ripreso ad ardere nel maggio 2009 quando, durante un periodo triste della mia vita, decisi di frequentare il corso di Cristianità uomini. Lì il Signore apri il mio cuore alla conversione  e capì che aveva un disegno diverso per me. Da quel corso presi coscienza dell’amore del Signore Gesù, trasmettendolo a tutti coloro che mi sono vicini, iniziando dalla mia famiglia.

Come è nata la vocazione al diaconato?
Per arrivare alla vocazione diaconale il Signore si è servito di mia moglie. Dopo circa un anno, da quel 2009, una sera di ritorno a casa, raccontando un fatto che mi era accaduto durante la giornata, mia moglie mi disse: “Perché non fai il Diacono e doni questo servizio alla chiesa?”
La nostra vita era già direzionata verso la carità fraterna a servizio della Chiesa e la paura era tanta ma da Lei l’ho sentita diretta nel mio cuore come una vera chiamata del Signore. Il giorno seguente parlando con il mio parroco di allora don Anselmo, che ci aveva inserito in diverse attività della parrocchia, decise di presentarmi al Vescovo Gestori che a sua volta mi ha accolto e inserito nella comunità diaconale diocesana.

Come hai vissuto questo percorso?
Come tutti i percorsi ci sono alti e bassi , momenti dove ti senti avvolto dalla grazie del Signore e momenti dove sei messo a dura prova e tutto sembra ti cada addosso…ma come mi diceva sempre un mio amico frate francescano: “Nei momenti bui tieni sempre lo sguardo fisso a Gesù crocifisso e vai avanti con l’amore che ti dona ogni giorno; non guardare e ascoltare altro ma solo il suo silenzio.” In questo percorso, la nostra fragilità umana ci fa cadere e per potersi rialzare si ha bisogno sempre di un aiuto spirituale; ciò di cui non puoi far a meno è un padre Spirituale che ti accompagna anzi, ci accompagna nelle debolezze e nelle decisioni da prendere. Ho vissuto e continuerò a vivere questo percorso spiritualmente sempre con mia moglie e mia figlia  per poter vivere al meglio questo ministero che andrò a ricevere.

Che ruolo ha la famiglia in particolare la moglie nella vita di un diacono?
Il Sacramento del Matrimonio, che santifica l’amore degli sposi e lo rende segno efficace dell’amore con il quale Cristo ama la sua Sposa, la Chiesa, è un dono di Dio che deve alimentare la vita del diacono sposato. Dono vissuto nella fede, nell’amore coniugale e per gli altri fedeli esempio dell’amore di Cristo. La preghiera in comune ci aiuta senz’altro a realizzare questo binomio tra la vita familiare e quella ministeriale. Mia moglie oltre al supporto nelle varie scelte o linee da tenere quando devo affrontare qualche difficoltà, mi mette difronte l altra faccia della medaglia e con molta umiltà cerca di non mettersi mai al centro dell’attenzione! Nell ’invito e nella locandina realizzata, spiccano le parole di San Paolo che porto nel cuore dall’inizio del mio cammino nella carità. Abbiamo voluto proprio esprimere la complicità della famiglia che deve essere viva in questo ministero dove quello che conta poi è la testimonianza che riusciremo a dare a quanti incontreremo e che sarà veritiera solo se la vivremo tra le mura domestiche. Con l’aiuto del Signore Spero di trovare sempre il giusto equilibrio tra coniugalità, genitorialità e ministerialità!

Sei emozionato?
Più che emozionato mi sento amato…ed accolto e ciò mi rende felice. Ah!…ancora 2 parole: “Ci si può perdere e perfino cadere nell’abisso ma si può sempre risalire dal fondo, nella misura in cui ci si lascia abbracciare dall’amore che salva”. Faccio mie le parole del cardinal Martini per imparare che la conversione è in definitiva per ogni Cristiano, una risposta d’amore, sulla quale si misura la capacità di seguire e restare fedele a Gesù.
Vi aspetto tutti sabato 24 giugno alle 21.15 in cattedrale, pregate per me e la mia famiglia.

La comunità parrocchiale Madonna della Speranza si prepara ad accogliere questo dono con due momenti in particolare:
giovedì, 22 giugno (ore 21,30) – catechesi tenuta da don Gian Luca Rosati, parroco di Ripatransone;
venerdì, 23 giugno (ore 21,30) – veglia di preghiera, presieduta da don Roberto Traini, direttore dell’Ufficio diocesano vocazioni.

 

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