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Il cardinale Bassetti guiderà la CEI

ZENIT / di Paul De Maeyer

Papa Francesco non ha perso tempo e ha scelto il cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, Gualtiero Bassetti, per succedere al cardinale arcivescovo di Genova, Angelo Bagnasco, alla guida della Conferenza Episcopale Italiana (CEI).

Ad annunciarlo è stato il presidente uscente al termine della Messa celebrata mercoledì 24 maggio nella Basilica Vaticana. “E adesso ho l’onore e il piacere di comunicare che il Santo Padre ha nominato il cardinale Bassetti presidente della Conferenza episcopale italiana”, ha detto Bagnasco, come riferito dall’agenzia SIR (Servizio Informazione Religiosa), che dipende dalla stessa CEI.

La nomina, che è stata confermata a fine mattinata da un bollettino della Sala Stampa vaticana, non sorprende. L’arcivescovo di Perugia non solo era il più votato della terna scelta ieri dai vescovi italiani riuniti in Assemblea generale in Vaticano e poi presentata a papa Francesco, ma come risaputo il Pontefice ha sempre nutrito una grande stima per Bassetti, elevandolo in occasione del Concistoro del 22 febbraio 2014 — il primo del suo pontificato — alla porpora cardinalizia.

Essendo nato il 7 aprile 1942 a Popolano di Marradi, un comune in provincia di Firenze (sul versante romagnolo dell’Appennino), il porporato ha superato già il limite dei 75 anni di età imposto dal codice di diritto canonico (canone 401 § 1), ma il Pontefice lo ha prorogato alla guida dell’arcidiocesi umbra con la formula “donec aliter provideatur” (“finché non sarà disposto diversamente”).

Con la metafora usata da papa Francesco, si può definire il cardinale Bassetti un pastore “con l’odore delle pecore”. Il porporato è infatti noto per la sua vicinanza alla gente e la sua sensibilità verso le problematiche legate al mondo del lavoro.

Insieme al vescovo di Città di Castello, mons. Domenico Cancian, firmò nel giugno del 2008 un documento a sostegno dei lavoratori dello stabilimento Buitoni di Sansepolcro, il quale stava per essere ceduto ad un nuova azienda proprietaria, esprimendo preoccupazione “per le conseguenze sociali ed economiche” di tale passaggio di proprietà.

 

Sara De Simplicio: