EUROPA – Da gennaio 2010 a marzo 2015 sono state sequestrate nei 28 Paesi dell’Unione europea 19.246 armi illecite, di cui il 34% pistole e il 27% fucili. Le principali rotte del commercio illegale di armi partono dagli Stati dell’ex Unione sovietica ed ex Jugoslavia ed arrivano principalmente in Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Spagna, Regno Unito e Paesi scandinavi. “Pochi attori sono responsabili della maggior parte del traffico illecito di armi in Europa”. La domanda di armi proviene principalmente “da gruppi criminali o terroristici e, in misura minore, da singoli individui”. Sono alcuni dei dati che emergono dal rapporto finale del Progetto FIRE – Fighting Illicit Firearms Trafficking Routes and Actors at European Level da oggi disponibile online. Il progetto, iniziato nel 2014 e conclusosi nel 2016, è stato cofinanziato dalla Commissione europea – DG Affari Interni e coordinato dal centro di ricerca Transcrime dell’Università Cattolica di Milano insieme a un consorzio di partner internazionali. Il rapporto evidenzia come gran parte di queste armi provengano “dalla produzione lecita” e arrivino “al mercato illecito in seguito a furti, perdite o eccedenze di produzione, deviazioni durante il trasporto o conversione”. Il maggior numero di sequestri di armi si è registrato nell’Europa occidentale (35% dei casi), nell’Europa mediterranea (26%), nel nord Europa (21%) ed Europa orientale (18%). Gli attori convolti nel traffico illecito di armi sono “i gruppi criminali, i collezionisti d’armi e, in parte, i professionisti appartenenti alla filiera produttiva o gli addetti al controllo della regolarità dei trasferimenti”. I fermati dalle forze dell’ordine al momento del sequestro sono principalmente di età compresa tra i 20 e i 24 anni. Meno del 10% di questi è responsabile del 70% dei traffici.

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