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Quattro anni di Papa Francesco: mons. Viganò (SpC), “ogni giorno ha come centro l’Eucaristia”

“Il magistero di Papa Francesco dischiude una grande verità: Dio non appartiene alla religione intesa in senso opposto alla vita al mondo. In questi quattro anni di Pontificato ci ha insegnato – e continua a farlo anche oggi – che siamo chiamati a trasformare in vita in Dio, il mondo che abbiamo ricevuto in dono. Infatti, all’origine di tutto Dio parla e proprio con la parola crea. Dunque, ciascuna creatura è parola che Dio ci rivolge, l’universo è linguaggio con cui Dio parla a noi e il mondo è una vera e propria manifestazione di Dio”.
È la riflessione di monsignor Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la Comunicazione (SpC), nel giorno del quarto anniversario dell’elezione al soglio pontificio del cardinale Bergoglio. “Francesco – spiega Viganò – è intriso nel corpo dell’esperienza di Dio e ci richiama continuamente a non cedere alla tentazione della mondanità, ovvero alla riduzione della Chiesa al mondo e ai suoi problemi. Quella di Francesco non è una visione sociologica della fede; anzi richiama a non cedere alla tentazione di fare del mondo il volto del male chiudendosi in una morbosa tristezza o annegando in nostalgici ricordi”. In questi quattro anni, prosegue il prefetto, “Francesco ci ha mostrato come sia importante la conoscenza su Dio ma come sia decisamente determinante per la vita la conoscenza di Dio. La prima si risolve in definizioni e distinzioni, la seconda apre allo stupore contemplativo di chi nel cielo sta davanti alla gloria di Dio”. Tutto ciò “ha un centro per Papa Francesco: l’Eucaristia. Spesso qualcuno dice di vederlo stanco quando inizia una celebrazione. No! Si tratta del suo entrare nella grazia (la grazia non discende ma nella grazia si entra), del suo avere coscienza che l’Eucarestia è ingresso della Chiesa nella gioia del Signore. La celebrazione eucaristica davvero è via del paradiso”.

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