Il senso del documento sottoscritto, sottolinea il ministro, è che si possono avere religioni differenti e professare religioni differenti pur essendo tutti italiani. Il documento richiama, infatti, esplicitamente la Costituzione e si ancora ai “valori solidi” che tutti, Stato e comunità islamiche, insieme si impegnano a difendere. Il pre-requisito, secondo Minniti, del Patto è quello di “ripudiare qualsiasi forma di violenza e terrorismo”. Il cuore del documento è un giusto equilibrio di diritti e doveri, per sviluppare un progetto che mira a costruire una “forte integrazione”. Tra i punti cruciali, c’è il principio che la libertà di culto rappresenta un valore inalienabile. Il Patto ha come obiettivo fondamentale quello di scongiurare il pericolo di imam “fai-da-te” in nome di una trasparenza che impegna i musulmani anche a rendere pubblici i nomi degli imam, a tradurre i sermoni in italiano e a rendere noti i finanziamenti per la costruzione delle moschee in Italia.