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Incontro del Vescovo Carlo con i pescatori: famiglia, dragaggio del porto, preoccupazioni e speranze

Di Simone Incicco e Maria Francesca Spinozzi

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Venerdì 27 gennaio presso la sede dell’Associazione “Pescatori Sambenedettesi” si è tenuto l’incontro del Vescovo Carlo Bresciani con i pescatori e le loro famiglie. preoccupazioni
Appena giunto, il Vescovo ha salutato tutti i presenti e si è trattenuto cordialmente con alcuni pescatori storici della Marineria Sambenedettese.

Don Giuseppe Giudici ha aperto l’incontro ringraziando il Vescovo per la sua presenza ed anche gli intervenuti, contento del fatto che proprio questi si sono prodigati affinché l’incontro avvenisse nel migliore dei modi. Ha inoltre ricordato la vocazione familiare del lavoro dei pescatori, in quanto tutta la famiglia  è in qualche modo da questo coinvolta.

E proprio sul lavoro, richiamando la lettera ai Tessalonicesi di San Paolo, il Vescovo si è soffermato nella sua riflessione sul senso del lavoro.
Ha innanzi tutto parlato della dignità che deriva dal lavoro, anche il più umile, poiché questo aiuta a costruire la propria vita, ed occorre svolgerlo bene: è l’essere svolto dall’uomo che conferisce dignità al lavoro.
La Chiesa stessa afferma che al centro del lavoro c’è l’uomo, con le sue relazioni con la sua famiglia e la società. Ha ricordato inoltre che Gesù ha lavorato, con suo padre, come artigiano e che anche questa parte della Sua vita è importante. La mancanza di lavoro genera una forte perdita di dignità della propria vita, che va oltre il problema economico. Ha proseguito focalizzandosi sulla fatica, che i pescatori conoscono bene, con la quale essi realizzano qualcosa di bello e buono per loro stessi e per la comunità, al benessere della quale loro contribuiscono con il frutto dei loro sforzi. Sforzi che permettono loro di poter dare un futuro ai loro figli e di conseguenza alla società di domani, alla quale questi ultimi contribuiranno. Così il lavoro diventa gesto di amore per la famiglia, per i figli, per la società.
Da un lato, se si sposta l’importanza sull’aspetto del guadagno, la persona umana sparisce, ma dall’altro dalle ultime considerazioni segue che l’ozioso non vive l’amore.
Il discorso ha poi toccato l’argomento delle relazioni. L’essere fisicamente lontani è una difficoltà che però può aiutare a scoprire le diverse dimensioni di un rapporto, che non viene limitato ad un solo aspetto. La comprensione reciproca, specie nei momenti di forte crisi, può diventare un’occasione per essere uniti: volersi bene davvero, non come nei falsi stereotipi della televisione, è sforzarsi di capire le fatiche dell’altro.

Il dialogo si è poi sviluppato ed il primo a parlare per il porto di San Benedetto è stato Pietro Merlini, che ha esposto le sue preoccupazioni sia per la sicurezza dei lavoratori, per la loro vita, sia per la continuità del lavoro, evidenziando che il dragaggio non è stato sufficiente, che il basso fondale causa perdite di giornate di pesca e crea rischi concreti per i pescatori.

È poi intervenuto l’assessore Filippo Olivieri, spiegando le difficoltà finora incontrate dall’amministrazione nel reperire i fondi, circa un milione e mezzo di Euro, necessari per il dragaggio, prioritario per la sicurezza dei lavoratori.

Il Comandante Pappacena della Capitaneria di porto, che si è detto parte di questa comunità di mare, ha rassicurato i presenti che nessun tema viene sottovalutato dalla Capitaneria, che sta lavorando nel silenzio per portare a compimento l’iter che già è stato avviato, ma nel frattempo si è raccomandato di far lavorare in sicurezza gli equipaggi. Proprio per garantire la sicurezza è stata effettuata la mappatura dei fondali dai sub.

L’incontro è poi proseguito con delle riflessioni sulle parole pronunciate dal Vescovo Bresciani e si è chiuso con un momento conviviale.

Redazione: