Lo afferma un rapporto di Medici senza frontiere (Msf), che nelle ultime settimane ha assistito centinaia di nuovi sfollati in seguito ad attacchi contro le loro comunità attribuiti a Boko Haram. Secondo le autorità locali, nell’area vivono più di 250.000 sfollati, tra profughi, rimpatriati e sfollati interni, e altre 100.000 persone sono in condizioni di estrema vulnerabilità. Si stima che circa tre quarti della popolazione dipenda completamente dagli aiuti umanitari per sopravvivere. “Gli aiuti umanitari a Diffa hanno salvato le vite di decine di migliaia di sfollati e continuano ad aiutare centinaia di migliaia di persone a sopravvivere, sia tra gli sfollati che tra i residenti locali”, spiega Jon Edwards, l’autore del rapporto di Msf: “Ma in questo ambito i criteri per stabilire il successo delle azioni dovrebbero essere molto ambiziosi. Non possiamo accontentarci del fatto che la gente riesca ad evitare di morire”.
I fondi per gli aiuti umanitari a Diffa sono “insufficienti e la concorrenza tra i diversi attori per avere accesso agli stessi fondi non ha facilitato il coordinamento”. “Le persone che si trovano nei campi profughi informali hanno ancora dei bisogni basilari insoddisfatti e nuovi sfollati continuano ad arrivare”, spiega Mari Carmen Viñoles, responsabile del programma di Msf per il Sahel. “La popolazione locale si è fatta carico di molti sfollati e la stragrande maggioranza delle persone nella regione vive in una situazione di estrema vulnerabilità. Dipendono in tutto dagli aiuti stranieri”.