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Natale 2016, Gesù nasce tra le macerie

 

Gesù nasce, oggi, tra le macerie di Amatrice. Come potrebbe nascere fra le case distrutte di Aleppo. Sul barcone di migranti in cerca di un approdo sicuro. In mezzo alle baracche di una bidonville o nella corsia di un ospedale. Comunque Gesù nasce. E riconsegna all’umanità, troppe volte ferita, scoraggiata o delusa, una speranza nuova, infinita.
Il Dio vicino, il “Dio della piccolezza” che ci richiama in queste ore Papa Francesco, sta accanto alle donne e agli uomini di questo tempo. Tormentato eppure bello.

Amatrice e gli altri paesi colpiti dal recente sisma possono essere l’emblema stesso di questo Natale.
Ce lo ricordano le parole e i volti di Andreina e Silvana, che hanno sperimentato sulla propria pelle la furia del terremoto. Chi ha perso una persona cara, chi è rimasto senza casa, senza lavoro. Chi è accorso a portare aiuto, come i volontari della Croce Rossa o della Caritas. Chi è impegnato nella ricostruzione materiale (Vasco Errani, commissario straordinario). Chi accompagna, da parroco o vescovo (don Savino D’Amelio, mons. Domenico Pompili, mons. Renato Boccardo) o come religioso (padre Bernardino Pinciaroli, suor Natalina Todeschini, padre Alfredo Silvestri) la comunità cristiana e la gente della Valnerina e della Valle del Tronto.

Così la grotta del 2016 sta tra le mura diroccate di un’abitazione, di una stalla o di una chiesa sbriciolate dalle scosse di agosto e di ottobre. Il Bambinello nasce ancora, ovunque, per tutti. Per restituire speranza, per sostenere la ricostruzione materiale, sociale, spirituale delle aree terremotate. E di ogni regione del mondo.
Del resto il dolore per le vittime e per quanto accaduto in Centro Italia rimarrà: indelebile, come un monito. Ma al dolore si accosterà un rinnovato slancio fondato sulla speranza e sulla solidarietà.
Anche per questo a ciascuno auguriamo un Natale “francescano”: essenziale, gioioso, cristiano. La Luce torna a splendere nella notte. Dio crede nell’uomo. Gli è accanto, sempre. L’Emmanuele è “il Dio con noi”: Gesù ce lo ripete, dalla grotta di Betlemme e da Amatrice, moderno presepe.

Sara De Simplicio: