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Papa Francesco: messaggio Giornata vocazioni, no a “smania di potere, proselitismo o fanatismo intollerante”

“Uscire dai sacri recinti del tempio, per permettere alla tenerezza di Dio di straripare a favore degli uomini”. È l’imperativo contenuto nel Messaggio del Papa per la Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, che si celebrerà il 7 maggio 2017 sul tema: “Sospinti dallo Spirito per la missione”. “Tutti i cristiani sono costituiti missionari del Vangelo”, esordisce Francesco soffermandosi sulla “dimensione missionaria della chiamata cristiana”: “L’impegno missionario non è qualcosa che si va ad aggiungere alla vita cristiana, come fosse un ornamento, ma, al contrario, è situato nel cuore della fede stessa: la relazione con il Signore implica l’essere mandati nel mondo come profeti della sua parola e testimoni del suo amore”. “Se anche sperimentiamo in noi molte fragilità e possiamo talvolta sentirci scoraggiati – l’invito del Papa – dobbiamo alzare il capo verso Dio, senza farci schiacciare dal senso di inadeguatezza o cedere al pessimismo, che ci rende passivi spettatori di una vita stanca e abitudinaria”. “Ogni cristiano” è un “cristoforo”, cioè “uno che porta Cristo” ai fratelli, ricorda Francesco: “Ciò vale in modo particolare per coloro che sono chiamati a una vita di speciale consacrazione e anche per i sacerdoti”, mandati a “passare” in mezzo alla gente.

“Smania di potere, proselitismo o fanatismo intollerante” non si addicono al cristiano, che sulla scorta del Vangelo deve “rifiutare l’idolatria del successo e della potenza, la preoccupazione eccessiva per le strutture, e una certa ansia che risponde più a uno spirito di conquista che a quello del servizio. Il popolo di Dio ha bisogno di essere guidato da pastori che spendono la loro vita a servizio del Vangelo”, afferma Francesco, che chiede “alle comunità parrocchiali, alle associazioni e ai numerosi gruppi di preghiera presenti nella Chiesa: contro la tentazione dello scoraggiamento, continuate a pregare il Signore perché mandi operai nella sua messe e ci dia sacerdoti innamorati del Vangelo, capaci di farsi prossimi con i fratelli ed essere, così, segno dell’amore misericordioso di Dio”. “Dinanzi alla diffusa sensazione di una fede stanca o ridotta a meri ‘doveri da compiere’ – la ricetta del Papa – i nostri giovani hanno il desiderio di scoprire il fascino sempre attuale della figura di Gesù, di lasciarsi interrogare e provocare dalle sue parole e dai suoi gesti e, infine, di sognare, grazie a Lui, una vita pienamente umana, lieta di spendersi nell’amore”.

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