X

Cardinale Parolin: “Mai la Santa Sede sarà l’artefice dell’interruzione o del fallimento di una trattativa”

“Mai la Santa Sede sarà artefice dell’interruzione o del fallimento di una trattativa intrapresa”. È questa determinazione a proseguire sempre il “dialogo” a caratterizzare “la diplomazia” vaticana nella “società post-globale”. Su questo tema, il cardinale segretario di Stato vaticano Pietro Parolin ha svolto la sua “lectio magistralis” all’inaugurazione dell’anno accademico 2016/2017 della Pontificia Università Lateranense. “L’indicazione del Santo Padre – ha detto Parolin – è di operare senza fermarci, superare la pigrizia (questo vale anche per i diplomatici) imposta da quello che oserei chiamare ‘pensiero debole’, fatto di pochi e sintetici caratteri, che sembra aver sostituito anche il pensiero debole del post-moderno”. “E così, ad esempio – aggiunge il segretario di Stato – di fronte ai conflitti armati, i diplomatici negoziano senza che tutte le parti siano coinvolte, i civili sono privi di protezione, gli ospedali diventano obiettivi militari, i tanti gruppi combattenti evocano la vecchia guerra mercenaria, mancano acqua e viveri, ma circolano liberamente armi di ogni tipo”. Anche la “diplomazia” assiste ad alcune trasformazioni: “Nel negoziato, l’unilateralismo diventa esclusiva ricerca di interessi diversi all’oggetto della trattativa; l’immobilismo giustifica la cosiddetta no action delle competenti istituzioni internazionali; l’anestetizzazione delle coscienze crea indifferenza e abitudine”. Da qui, lo stile che la Santa Sede ha deciso di adottare nella sua azione diplomatica. Il cardinale Parolin lo spiega così: “Tutto si affida al dialogo, con pazienza, non spezzando mai il filo, anche sottile, costruito. In questo modo si può guardare al futuro possibile, avendo conoscenza del passato, ma senza fermarsi”.

Redazione: