Agli oltre sessanta insegnanti presenti, il vescovo ha sottolineato l’importanza della “Spiritualità del docente di religione” impegnato quotidianamente con i ragazzi a trasmettere non soltanto una “religione fatta di contenuti” bensì una “esperienza di fede vissuta con Cristo Risorto” e che trova il suo pieno compimento solo se riesce a vivere la vera fede, cioè la possibilità dell’incontro con l’amore autentico di Gesù Cristo, fatto di esempi e gesti di vita evangelici.
Il vescovo ha poi esortato ciascuno dei presenti ad essere “Chiesa nella scuola” e a riflettere sull’impegno dell’insegnante di religione non solo come professione ma anche e soprattutto come “vocazione”, tenendo sempre presente la testimonianza dei primi cristiani “perseveranti nell’insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nella preghiera” (At 2, 42).