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Diaconato femminile: “passo concreto per la sollecitudine ecclesiale verso le donne e gli uomini di oggi”

“Sia la benvenuta una commissione che indaghi la questione del diaconato femminile dentro un orizzonte di senso tanto ampio da far intravedere qualche passo concreto per la sollecitudine ecclesiale verso le donne e gli uomini di oggi”. È la riflessione di suor Moira Scimmi, che sul numero di “Vita Pastorale” di questo mese riprende la tematica del diaconato alle donne. Scimmi si dice convinta che “in questo nostro tempo, se il pastore è chiamato a convertirsi per odorare di pecore, la donna consacrata deve imparare a pensare da pastore”, citando un messaggio dell’allora cardinal Montini alle religiose della diocesi di Milano (1961): “Voi siete chiamate oggi a diventare anche le collaboratrici di questa superiore carità e cioè a perdere tutte le prerogative che possono parere sequestri, egoismi e incapacità, e diventare invece, conservando tutte le prerogative del vostro stato religioso, le collaboratrici più umili, le più devote, ma anche le più necessarie e le più feconde nell’apostolato pastorale della Chiesa. Diventate anche voi – lo devo dire con una parola che ha avuto tanti significati, ma che nessuno può riacquistare nel suo significato naturale, etimologico e innocente – diventate le diaconesse della Chiesa di Milano, cioè le ministre. Anche voi vi avvicinate all’altare, anche voi vi avvicinate alle anime, anche voi vi avvicinate alle chiese dove si raccoglie la plebe di Dio. Non rifiutate questa vocazione!”. “Nella questione del ripristino del diaconato femminile avviare processi è più opportuno del rivendicare spazi”, prosegue Scimmi, e quindi sia benvenuta una commissione “che si assuma l’onore di accompagnare alla maturazione di questa stagione ecclesiale la comprensione del dato storico”.

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