GROTTAMMARE – Siamo nell’estate del 1990, un giornalista e un tour leader del futuro scopre quelle che saranno le sue passioni. Tra merci, espressi e celeroni di vario colore il binario 1 era quello dei giardini, della fontana con relativa vasca dei pesciolini rossi, un simbolo per generazioni e generazioni di grottammaresi di ogni età.

Un anno prima quel giardino aveva vinto l’ultimo premio dei tanti per l’abbellimento e il decoro degli impianti, ma gli anni Novanta, ultimo decennio di grande spolvero per il trasporto ferroviario della linea adriatica, fu l’inizio della grande crisi per la stazione di Grottammare. Nel 1995 la stazione venne disattivata, con essa la biglietteria e la dirigenza del movimento, nel 2001 arriva la nuova palificazione, ma il secondo binario, quello di precedenza, venne meno.

Grottammare divenne così fermata ferroviaria a tutti gli effetti e anche il suo giardino perse la potenza di un tempo, abbandonato a se stesso e consegnato all’incuria in un complesso ora invaso dalle Associazioni e dalla locale Protezione Civile.

Eccomi nella serata del 22 maggio, negli stessi luoghi dove andavo da bambino con i miei genitori o con mia nonna. Il frecciarossa per Milano transita velocemente con le sue quattro classi. La stazione si presenta così: il bar gestito da più di trent’anni dai Garramone, il display che annuncia le fermate di quei pochi treni regionali, la sala dei relé e sulla destra, la sorpresa, la grande sorpresa, guardate……  il giardino è rinato.

A chi il merito di questa rinascita? Delle Ferrovie dello Stato? No, dell’Azione Cattolica dei Ragazzi della Parrocchia di San Pio V, che hanno realizzato quest’opera grazie al progetto “A noi la parola”.

I ragazzi dell’ACR e i loro educatori, hanno lavorato tanto, per far rinascere questo giardino e la sua caratteristica fontana, simbolo del compesso.

Un grande gesto d’amore e un grande regalo per la Città e per chi ama i treni che è stato ufficialmente inaugurato nel pomeriggio di Sabato 21 maggio dal Sindaco Piergallini e dal Parroco Emerito Don Giovanni Flammini. Un gesto di speranza nel Giubileo della Misericordia affinché i bimbi degli anni duemiladieci e oltre, possano, protetti e ammirati dal fascino dei treni, fare i primi passi e le prime scoperte della loro città di residenza o di alloggio.

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