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Giornata di formazione per gli insegnanti insieme al Vescovo Bresciani

DIOCESI – Domenica 17 aprile il vescovo Carlo ha incontrato presso il salone nelle suore concezioniste gli insegnanti cattolici per trascorrere con loro un pomeriggio di formazione intellettuale e spirituale.

Dopo aver iniziato con un momento di preghiera, il vescovo ha esordito la sua riflessione su come noi insegnanti di religione possiamo essere misericordiosi come lo è il Padre Misericordioso. Egli ha tratto degli spunti interessanti per vivere bene la nostra professione, dallo scritto “Spiritus Veritatis” del 1931 di Giovanni Battista Montini che sarebbe diventato il futuro papa Paolo VI. Questo scritto Montini lo realizzò per la FUCI, gli universitari cattolici che esortava a studiare e ricercare la verità perché essa incarna lo spirito di carità per se stessi e per gli altri.

Il vescovo Carlo ha incoraggiato noi insegnanti di religione a prendere per mano i nostri bambini e ragazzi che Dio ci affida per portarli alla maturità. Occorre che conquistiamo i nostri studenti con amore.

Citando Montini il nostro vescovo ha ribadito che la Verità va custodita, ricercata, propagata.

Per un buon esercizio del pensiero, l’insegnante deve rispettare il silenzio, il metodo e l’orario.

Inoltre egli non può improvvisare, ma fare una buona scelta di letture da proporre agli studenti. In ogni realtà particolare ci devono essere i riflessi della realtà principale di Dio Creatore.

Ogni docente di Religione Cattolica deve essere fedele alla sana dottrina della Chiesa. Non possiamo fare a meno della sapienza della Chiesa che è maestra di Verità. Per vivere bene la nostra professione occorre un metodo efficace che ha tre direttive: morale, intellettuale e spirituale. La spiritualità dell’insegnante di religione è fondamentalmente liturgica. Quello che poi professiamo nella liturgia occorre viverlo nella vita quotidiana e questa è la dimensione sociale della nostra missione di insegnanti. Non basta essere fedeli alla Verità, ma anche apostoli della Verità. Per amare la Verità non sono sufficienti le parole: occorre divulgare la Verità con il pensiero, con la parola e con l’azione. Gli altri si devono accorgere nella nostra professione, della nostra bontà, dell’umiltà e della sincerità nel nostro linguaggio e nei nostri modi di agire.

Il vescovo Carlo ha così concluso la sua riflessione: “Dio ci affida i nostri alunni che sono tutti figli suoi, perché con amore li possiamo accompagnare alla pienezza della vita”.

Dopo un momento di preghiera personale, abbiamo celebrato insieme i Vespri e a seguire il vescovo Carlo ha presieduto la Santa Messa. Altre interessanti riflessioni ci ha suggerito commentando il vangelo del Buon Pastore e invitandoci a pregare per tutte le vocazioni. Si è soffermato su alcuni verbi del Vangelo: ascoltare, conoscere, seguire. La nostra Fede nasce dall’ascolto della Parola di Dio. Non basta sentire, ma accogliere la Parola perché penetri dentro di noi. Gesù ci conosce personalmente nel profondo e per questo ci sentiamo amati. Il verbo seguire riguarda la sequela, la vocazione. Seguire è aderire alla Verità con tutta la nostra persona. Occorre seguire Cristo sempre nelle gioie e nelle prove della vita. Se noi perseveriamo con amore alla sua sequela, Cristo si impegna a salvarci in eterno. Nessuno ci strapperà dalle mani di Dio a meno che noi lo vogliamo. La fedeltà di Cristo Buon Pastore è garanzia di salvezza. A noi spetta la perseveranza dietro a Cristo che è la Verità.

Gli esercizi spirituali si sono conclusi con una ricca e gustosa agape fraterna.

Questo pomeriggio di formazione spirituale ci ha dato stimoli interessanti per vivere con amore, passione ed entusiasmo questa missione educativa che la Chiesa ci ha affidato.

Mario Vagnoni

 

 

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