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Cardinale Bagnasco: eutanasia, “il problema non è legiferare il come e il dove, ma non arrivare a questo”

“Il problema principale non è quello di legiferare il come e il dove. Il vero problema è di non arrivare a questo. È un segno dell’angoscia esistenziale che una certa cultura può favorire, ma che si potrebbe annullare con la vicinanza, l’accompagnamento e ideali che diano senso alla vita, compresa la fase della sofferenza e della morte. Una società, una cultura dovrebbe sentirsi condannata di fronte a questo, perché incapace di sostenere e accompagnare le persone”. Così il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, ha parlato di eutanasia in un’intervista pubblicata su “La Stampa”. Alla domanda se l’eutanasia è un diritto, il presidente della Cei ha risposto: “Assolutamente no”, perché “la vita è un dono, nessuno se la può dare” ed è “da custodire, non da possedere con un senso di proprietà assoluta”. Il cardinale ha ricordato come grazie alla scienza e alla tecnologia siano oggi disponibili cure palliative “di altissimo livello e di grande efficacia per combattere il dolore fisico” e, soprattutto, che nessun malato deve considerarsi solo, che è “la malattia più grave e mortale”. Se una società “non riesce a far sentire a chi è in difficoltà una compagnia, una solidarietà, una rete di affetti e attenzioni, è una società malata”. Particolarmente caro a Bagnasco il tema della qualità della vita: “Oggi la si concepisce come autonomia, efficienza, produttività individuale. Si dovrebbe invece partire dall’essere dentro una rete di relazioni, dal sentirsi amati”. Anche il malato in stato di incoscienza “resta persona” che “suscita e sprigiona una rete di attenzione, presa in cura, affetto, dentro la quale continua a vivere come un dono per tutti”. Ma la Chiesa “non è favorevole all’accanimento terapeutico”, quando medicine e farmaci “sono ormai rigettati dal corpo”, è però favorevole a palliativi, con l’intento “di lenire il dolore, non dare la morte”. A chi sostiene che la Chiesa neghi diritti, il cardinale risponde che invece “ama radicalmente e profondamente l’uomo e tutto ciò che lo riguarda. Ed è profetica anche quando dice parole esigenti. Ogni parola d’amore è parola esigente, come quella dei genitori verso i propri figli”. Per quanto riguarda i Paesi dove il suicidio assistito è legge, il presidente Cei osserva: “Mi sembrano società tristi, che finiscono per essere senza speranza. Perché uno Stato che si arrende fino a questo punto, è uno Stato triste, che non crede nel futuro”. Infine, riguardo la posizione dei sacerdoti verso chi vuole porre fine alla propria vita, le parole del card. Bagnasco sono di misericordia: “La missione del prete è essere vicino a chiunque, in qualunque situazione, con l’amore e la verità del Vangelo”.

Redazione: