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Papa Francesco si congeda dal Messico, “paese ricco di sorprese”

Zenit

“Il Messico è sempre ricco di sorprese”. Così Papa Francesco si congeda dal paese azteco, dopo aver celebrato una simbolica Messa a Ciudad Juarez, zona di confine tra Messico e Stati Uniti. Dal palco, situato a 80 km dalla frontiera, il Pontefice ringrazia tutti coloro che hanno reso possibile questo dodicesimo viaggio apostolico internazionale, avviato con l’incontro storico a Cuba con il patriarca Kirill.

“Non vorrei partire senza ringraziare per lo sforzo di quanti hanno reso possibile questo pellegrinaggio”, dice. Ed esprime la propria gratitudine in particolare ai “tanti servitori anonimi che nel silenzio hanno dato il meglio di sé perché questi giorni fossero una festa di famiglia”. 

Mi sono sentito accolto, ricevuto dall’affetto, la festa, la speranza di questa grande famiglia messicana: grazie di avermi aperto le porte della vostra vita, della vostra Nazione”, aggiunge il Santo Padre, citando il verso di una poesia ‘Fraternità’ dello scrittore messicano Octavio Paz:

«Sono uomo: duro poco ed enorme è la notte.

Ma guardo in alto: le stelle scrivono.

Senza capire comprendo: anch’io sono scrittura

e in questo stesso istante qualcuno mi sta decifrando»

(Un sol más vivo. Antología poética, Ediciones Era, México 2014, p. 268).

“Usando queste belle parole – dice Bergoglio – oso suggerire che quello che ci decifra e ci traccia la via è la presenza misteriosa ma reale di Dio nella carne concreta di tutte le persone, specialmente delle più povere e bisognose del Messico”.

“La notte ci può sembrare enorme e molto oscura, ma in questi giorni ho potuto constatare che in questo popolo esistono tante luci che annunciano speranza. Ho potuto vedere in molti dei suoi testimoni, in molti dei suoi volti, la presenza di Dio che continua a camminare in questa terra guidandoli e sostenendo la speranza”, aggiunge. E confessa di aver “avuto voglia di piangere nel vedere tanta speranza in un popolo che ha sofferto”. 

“Molti uomini e donne, con il loro sforzo di ogni giorno, rendono possibile che questa società messicana non rimanga al buio. Sono profeti del domani, sono segno di un’alba nuova”, dice. Infine invoca Maria, la Madre di Guadalupe, affinché “continui a visitarvi, continui a camminare per queste terre, aiutandovi ad essere missionari e testimoni di misericordia e di riconciliazione. Non si può capire il Messico senza di Lei”.

Al termine della celebrazione, il Papa ha lasciato l’area fieristica di Ciudad Juárez per trasferirsi, in vettura coperta, nell’aeroporto internazionale “Abraham González”, intorno alle 19 (ora locale. Le 2 in Italia).

Lì un nuovo bagno di folla con centinaia di fedeli che agitano fazzoletti con i colori della bandiera messicana, verdi, bianchi e rossi, o di quella vaticana, bianchi e gialli, urlando frasi del tipo: “Si vede, si sente, Francesco è presente!”, “Francisco, hermano, tu eres mexicano” o “Il Papa è qui!”. Intanto un maxischermo proietta immagini del Pontefice.

Al suo arrivo, mentre percorre la passerella, Bergoglio viene affettuosamente ‘assalito’ da un gruppo di bambini che vogliono salutarlo e abbracciarlo. Il Santo Padre ricambia e si ferma per salutare anche alcuni disabili.

Presenti in aeroporto il presidente Enrique Peña Neto con la consorte, la delegazione vaticana, guidata dal cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, e la delegazione del governo e i rappresentanti della Chiesa messicanaDopo una veloce cerimonia di congedo e l’esecuzione dell’inno pontificio, Bergoglio si imbarca sul Boeing 787-800 di Aeroméxico per far ritorno in Italia. L’ atterraggio nell’aeroporto di Roma-Ciampino, dopo circa 12 ore di volo, è previsto per le ore 14.45 del 18 febbraio.

 

 

Sara De Simplicio: