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Siria: per il Papa l’unica strada è una “soluzione politica”

Zenit di Luca Marcolivio

La Siria, il diritto alla vita, la tratta delle persone, la visita pastorale in Messico, l’imminente e storico incontro con il patriarca di Mosca sono alcuni dei temi oggetto degli appelli e delle preghiere di papa Francesco al termine dell’Angelus.

Il Santo Padre sta seguendo “con viva preoccupazione” la “drammatica sorte delle popolazioni civili coinvolte nei violenti combattimenti nell’amata Siria e costrette ad abbandonare tutto per sfuggire agli orrori della guerra”.

L’auspicio del Pontefice è per un aiuto che, espresso con “generosa solidarietà”, possa assicurare “sopravvivenza e dignità” ai profughi siriani. Al tempo stesso, il Papa ha fatto “appello alla Comunità internazionale affinché non risparmi alcuno sforzo per portare con urgenza al tavolo del negoziato le parti in causa”.

Secondo Francesco, soltanto una “soluzione politica” del conflitto potrà garantire “un futuro di riconciliazione e di pace a quel caro e martoriato Paese”, per il quale il Papa ha invitato a “pregare molto”, recitando poco dopo un’Ave Maria.

Con riferimento alla Giornata per la Vita, che si celebra oggi sul tema La misericordia fa fiorire la vita, il Santo Padre si è unito ai vescovi italiani per “auspicare da parte dei vari soggetti istituzionali, educativi e sociali un rinnovato impegno in favore della vita umana dal concepimento al suo naturale tramonto”.

“La nostra società – ha aggiunto – va aiutata a guarire da tutti gli attentati alla vita, osando un cambiamento interiore, che si manifesta anche attraverso opere di misericordia”.

Il Pontefice ha quindi salutato e incoraggiato “i docenti universitari di Roma e quanti sono impegnati a testimoniare la cultura della vita”.

Successivamente, Bergoglio ha menzionato la Giornata di preghiera e riflessione contro la tratta di persone, che si terrà domani, offrendo a tutti “l’opportunità di aiutare i nuovi schiavi di oggi a rompere le pesanti catene dello sfruttamento per riappropriarsi della loro libertà e dignità”.

Il pensiero del Santo Padre è andato ai tanti “uomini”, “donne” e “bambini” convolti nella tratta, per i quali ha chiesto di compiere “ogni sforzo per debellare questo crimine e questa intollerabile vergogna”.

Un augurio particolare è stato rivolto dal Papa alle popolazioni dell’Estremo Oriente, perché in occasione delle celebrazioni del capodanno lunare, sperimentino “serenità e pace in seno alle loro famiglie, che costituiscono il primo luogo in cui si vivono e si trasmettono i valori dell’amore e della fraternità, della convivenza e della condivisione, dell’attenzione e della cura dell’altro”.

“Possa il nuovo anno portare frutti di compassione, misericordia e solidarietà”, ha aggiunto, chiedendo un applauso per i “fratelli e sorelle dell’Estremo Oriente”.

In conclusione, Francesco ha salutato la comunità sacerdotale del Collegio Messicano di Roma, con altri messicani, ringraziandoli per il loro “impegno di accompagnare con la preghiera il viaggio apostolico in Messico”, in programma tra pochi giorni ed anche lo storico incontro previsto venerdì a L’Avana con il “caro fratello Kirill”, patriarca ortodosso di Mosca e primate della chiesa ortodossa russa.

Redazione: