piergallini sindaco grottammare

GROTTAMMARE – Ecco il comunicato stampa del sindaco di Grottammare Enrico Piergallini in merito ai “furbetti del cartellino” apparsi nella trasmissione di Piazza Pulita in onda su La7:

“Abbiamo già inviato all’emittente televisiva La7 la richiesta ufficiale per ottenere  le immagini integrali dell’inchiesta sui dipendenti pubblici, andata in onda giovedì 14 gennaio.

Queste saranno analizzate dalla commissione disciplinare che valuterà il fatto e deciderà sui necessari provvedimenti.

Voglio tuttavia sbilanciarmi: non vi pare che qualcosa nel servizio di Piazza Pulita non funzioni? Perché i dipendenti che uscivano non sono stati seguiti fino alla fine, come gli altri del municipio di Roma? Perché non hanno intervistato anche i dipendenti di Grottammare? Dove stavano andando dunque?

Analizziamo da stamattina le immagini del servizio: è semplice riconoscere le persone anche con il volto schermato. Sono cuoche e impiegati dell’ anagrafe, dipendenti comunali cioè che timbrano nella sede centrale dove è presente la macchina marcatempo prima di raggiungere il loro posto di lavoro. Ecco dove vanno: vanno nella sede scolastica di via Battisti e nella sede dell’Anagrafe sita in vicolo Etruria. Ecco perché si infilano “nel vicoletto”…

Va rilevato, inoltre, che il dipendente che va al bar – lo abbiamo già verificato – timbrava l’uscita dal Comune e non l’entrata!

Queste prime impressioni, comunque, dovranno essere confermate dalla commissione disciplinare. Servano adesso ad invitare alla cautela gli organi di informazione e, soprattutto, coloro che volessero attivare la macchina del fango; valgano, inoltre, come prima rassicurazione per i cittadini grottammaresi che hanno riconosciuto l’atrio e si sono sentiti insultati.

Io inseguo la verità e mi indignerebbe profondamente vedere confermato che persone oneste sono state messe senza ritegno nel tritacarne della cattiva informazione. Se la commissione disciplinare, insomma, confermerà queste prime impressioni, invieremo  all’emittente televisiva una diffida per invitarla a smentire il servizio, ripristinare la verità dei fatti e riparare al danno di immagine causato alla Città.

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