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A Sant’Egidio alla Vibrata è nata l’associazione culturale “Arpa e Cetra”, a tu per tu con Marco e Sonia

SANT’EGIDIO ALLA VIBRATA – Nella lista delle tante associazioni presenti a Sant’Egidio alla Vibrata da qualche tempo appare ufficialmente anche “Arpa e cetra”, un’associazione culturale di ispirazione cattolica costituita, oltre che da alcuni adulti, da circa una ventina di ragazzi e ragazze di età compresa tra i 12 e i 23 anni e derivanti dalle realtà parrocchiali di Sant’Egidio alla Vibrata e Paolantonio. L’incipit iniziale è arrivato da Marco e Sonia, i promotori, e dall’idea- desiderio di realizzare lo storico musical “Forza venite gente”, occasione per la quale molti ragazzi diedero l’adesione fino a formare un gruppo che, mantenutosi nel tempo, ha dato vita ad una collaborazione “stabile” confluita poi nell’associazione “Arpa e cetra”, nata però giuridicamente poco tempo fa, grazie anche al contributo economico delle “Benedettine di Priscilla”, l’ordine di suore in Roma noto per la custodia delle secolari catacombe.

Proprio ai due fondatori, Marco e Sonia, abbiamo chiesto di raccontarci questa nuova realtà che, ad oggi, sta già lavorando ad un nuovo spettacolo che andrà in scena la prossima estate, il celebre “Aggiungi un posto a tavola” firmato Garinei e Giovannini.

L’ “Arpa e Cetra” che tipo di associazione è?

E’ un’associazione culturale che ha come fine la divulgazione di eventi atti a promuovere l’aggregazione tra ragazzi attraverso le varie forme d’ arte, viste e vissute come momento di evasione ma anche di riflessione. Per questa sua natura è aperta ovviamente a tutti, senza distinzioni né pregiudizi: qui ciò che più conta è lo spirito gratuito che anima i vari membri, dato che non viene chiesto nessun tipo di quota associativa. Tutto infatti viene portato avanti senza timore, contando solo sull’aiuto della Provvidenza. L’ispirazione cattolica si può percepire anche nel nostro nome, che rimanda al Salmo 56 (57), testo nel quale si parla dei due strumenti suonati magistralmente da Re Davide (e anche tra i più menzionati nella Bibbia) che introducevano momenti di penitenza ma nello stesso tempo di gioia e festa. E questo è un po’ lo spirito del nostro stare insieme… l’idea che non c’è vita senza partecipazione e che non esiste partecipazione senza difficoltà: la gioia dello stare insieme infatti presuppone anche l’accettare i limiti che via via si manifestano, siano essi dell’altro o i propri.

Qual è stato finora il momento più bello vissuto insieme?

Non possiamo stilare una classifica. Già constatare che un gruppo di ragazzi, nonostante i molteplici impegni della vita, riesce a trovare il tempo per partecipare alle prove (che per noi sono di fondamentale importanza) è ogni volta per noi un momento speciale che si ripete. Inoltre, anche lo sperimentare che si può costruire uno spettacolo bello e coinvolgente nonostante nessuno di noi abbia le competenze da cantante, ballerino o attore professionista è già un’enorme soddisfazione, una gioia mescolata ad un pizzico di sano stupore. La sensazione che si prova è, infatti, come quella di chi, arrivato su di una cima altissima dopo una scalata, si volta a guardare in basso e pensa : “ma come ho fatto ad arrivare fin qui?”. E così, per noi, questa continua esperienza è la conferma che il Signore tra noi è sempre presente: è proprio nella nostra piccolezza e precarietà che Lui si manifesta maggiormente ed è Lui che opera attraverso di noi. Adottando quest’ottica, ogni momento per noi diventa unico, insostituibile, da vivere nel pieno di energie.

Avete incontrato delle difficoltà? E se si, quali?

Le nostre difficoltà sono comuni a quelle delle altre realtà che non sono produttrici di beni materiali. Noi portiamo in scena sogni, fantasie, musica, balli, sorrisi che trovano il tempo di un secondo.  Tutte queste cose non producono ricchezza e non sono monetizzabili e questo, in questo tipo di società, è un grande ostacolo: la cosa più difficile è, infatti, riuscire a convincere amministratori, sponsor o a volte anche gli stessi genitori dei ragazzi che tutto quello che facciamo ha comunque un valore profondo, anche se non materiale, perché costruttivo ed educativo. Inoltre, per mettere in scena un musical come quello che stiamo preparando (“Aggiungi un posto a tavola”) sarebbe ideale avere a disposizione uno spazio dotato di una scenografia fissa ma, appunto, non è facile sensibilizzare e convincere chi potrebbe metterci a disposizione un locale simile, adeguato alle nostre esigenze. Comunque noi non ci perdiamo d’animo e andiamo avanti con serenità e fiducia proprio perché, nonostante la nostra “debolezza”, possiamo contare sull’aiuto del Signore: se Lui lo desidera, farà in modo che le cose si compiano. Del resto, questo è quello che abbiamo imparato dalla nostra passata esperienza con il musical “Forza Venite Gente”, cioè che anche da un piccolo progetto parrocchiale può nascere qualcosa di importante: infatti, partendo da piccoli ambienti, con nostra grande sorpresa ci siamo ritrovati poi ad esibirci in teatri di tutto rispetto.

Cosa vi augurate per il futuro?

Abbiamo un “piccolo grande” sogno nel cassetto: il “Notre Dame de Paris”…ma in generale, per ora, ci auguriamo di crescere e migliorare sempre più e di camminare verso nuovi progetti e traguardi, sempre in compagnia della nostra tanto amata Provvidenza che non perde mai occasione di manifestarsi: ad esempio, per noi è stato “provvidenziale” anche il solo insediamento nella nostra parrocchia di Don Luigino Scarponi, che ci aiuta e ci sostiene con la sua presenza e con la sua preghiera.

Sara De Simplicio: