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Verso l’apertura della Porta Santa in diocesi, A tu per tu con lo scultore Paolo Annibali

Paola Di Girolami

DIOCESI – Domenica 13 dicembre si aprirà ufficialmente in diocesi il giubileo indetto da Papa Francesco.
La giornata inizierà alle ore 16.00 presso la Caritas diocesana da dove si partirà in pellegrinaggio verso la Cattedrale, per l’apertura della porta della Misericordia.

La realizzazione della porta in diocesi è stata affidata allo scultore Paolo Annibali, che abbiamo intervistato.

Paolo come hai vissuto questi mesi di preparazione?
Devo ammettere che è stato un lavoro molto faticoso, sopratutto perchè la cattedrale Madonna della Marina è la mia parrocchia dove sono stato battezzato e dove ho ricevuto il sacramento della Cresima.
Verso luglio ci siamo incontrati con il Vescovo Carlo Bresciani per decidere insieme su come procedere nella realizzazione dell’opera.
Abbiamo poi nel tempo riflettuto su come raffigurare al meglio la misericordia attraverso i racconti biblici. Sono così nate le 8 raffigurazioni che tutti potranno vedere all’apertura della porta.

Paolo cosa hai provato nel realizzare quest’opera?
“Un’opera a carattere sacro offre una doppia opportunità: all’artista di imprimere una spinta al proprio cammino di fede, alla comunità che l’accoglie un ulteriore strumento della catechesi. In un’opera a carattere monumentale, inserita come in questo caso in una Cattedrale, ho cercato una mediazione tra la mia sensibilità e l’ethos della comunità. Un’opera, per diventare strumento liturgico non deve essere una semplice figurazione di fatti o concetti biblici, ma, attraverso le vie dell’arte, “rende questi misteri presenti e accessibili” (Paolo VI)

Come è composta la porta misericordiosa della Cattedrale?
La porta Santa è composta da due ante singole per un ingombro di 2×4 metri, è realizzata in bronzo e legno; su di essa sono incastonate delle formelle che raffigurano otto racconti: la creazione di Adamo ed Eva, perché il primo atto di misericordia di Dio è stato il dono della vita; la liberazione dalla schiavitù, con Mosè che divide le acque perché il popolo vi possa passare attraverso; la samaritana al pozzo; l’episodio di Gesù e Zaccheo; il buon pastore; il padre misericordioso che abbraccia il figlio; Gesù che salva Pietro dalle acque (passaggio simbolico questo che allude ai continui naufragi del Mediterraneo cui stiamo assistendo ogni giorno) e Gesù che morendo sulla croce dice al buon ladrone “oggi sarai con me in paradiso”.

Quali piani di lettura deve avere l’opera d’arte religiosa?
Deve avere piani di lettura ampi: deve essere compresa su piani primari dal semplice fruitore che ha nei confronti della fede un approccio devozionale, ad articolate letture di chi ha una visione più approfondita e consapevole. L’arte religiosa, secondo me, ha delle similitudini con l’ambito teologico, come dichiarato da Papa Francesco: ‘insegnare e studiare teologia significa vivere su una frontiera, quella in cui il Vangelo incontra le necessità della gente a cui va annunciato in maniera comprensibile e significativa”.

Redazione: