repertiGrottammare Grottammare2GROTTAMMARE – Si è tenuto l’incontro pubblico sui risultati degli scavi di “archeologia urbana” al paese alto di Grottammare, presso Largo Palmaroli.
Nella cornice del Teatro dell’Arancio al paese alto. Lo scavo è stato affidato a una impresa specializzata in lavori di natura archeologica, la Coop Idrea, accreditata presso la Soprintendenza, la ditta di Offida, composta da Sara Capriotti, Marco Menchini (archeologi) e Andrea Mora (geologo). Il lavoro di indagine, scaturito casualmente durante i lavori di riqualificazione dell’ingresso al borgo avviati dal Comune, è stato disposto dall’archeologo Filippo Demma della Soprintendenza ai Beni architettonici delle Marche, dopo il sopralluogo. In effetti la Soprintendenza ha effettuato ben 3 sopralluoghi ……“con ombrello”, a causa dei ripetuti piovaschi di questi giorni. Il sindaco Enrico Piergallini ha sottolinaeato che . “ ..si sapeva che c’era la porta maggiore all’ingresso del paese, come sta scritto su tutte le guide di Grottammare , ma l’ubicazione precisa non si conosceva. Sono stati ritrovati sotto lo scavo tubi di 40 anni fa..allora non si percepiva la valorizzazione del bene culturale e a ciò che emerse allora come oggi, nessuno diede importanza. Questi lavori sono iniziati il 14 settembre, oggi è il 15 ottobre, in 18-19 gg lavorativi , a meno di un mese, possiamo dare dei risultati definitivi”. Il vice sindaco Rocchi ha assicurato che si darà “..priorità alla viabilità del paese alto, alla sicurezza e comodità degli abitanti, pur valorizzando gli scavi”. Forse verrà ripristinato il Largo Palmaroli per Natale”. L’Archeologo Menchini ha affermato di aver ritrovato una pavimentazione, tardo medioevale e 5-6 reti fognarie, sovrapposte ed intrecciate l’una sopra l’altra.
Si sa che la costruzione della Porta Maggiore risale al 1529, mentre il castello risale al IX secolo. “E’ stato ritrovato l’archivolto della porta, cioè il punto di attacco dell’arco”. L’Archeologa, la dottoressa Capriotti si è occupata dei materiali rinvenuti. ceramica invetriata e maiolica, solo piccoli frammenti, fondi ed orli di piatti, anse di dolia, per contenere derrate alimentari, ceramiche risalenti al XII secolo e XV , lucerne, ansette, cioè piccoli manici di vasetti, un frammento di piatto con rappresentato un fedele che prega, del vetro medioevale o rinascimentale, o meglio: pezzi di bicchieri a calice . Tra le curiosità emerse, lo spaccato delle abitudini alimentari dei grottammaresi tra la fine del medioevo ed il primo rinascimento. Erano cibi principali: ostriche e crostacei, telline, ovini, piccoli volatili, quindi una alimentazione in genere abbastanza ricca e variegata, eterogenea. Scrutando i pozzetti di raccolta delle acque coevi, sono stati ritrovati tanti reperti in ferro, chiodi, una grossa chiave, uno strumento da lavoro da fornaio per raccogliere la cenere dal fondo del forno . Andrea Mora, geologo e presidente della Ditta ha spiegato che la loro è una impresa con venti anni di attività, che non ha avuto timore nel lavorare sotto la pioggia e ha porto un doveroso ringraziamento agli abitanti, che dopo qualche diffidenza iniziale, poi sono stati di una estrema gentilezza, talmente vicini agli archeologi. da portargli più volte al giorno beni di prima necessità. Una ultima notizia: lo scavo aperto e nel particolare, gli antichi pozzetti di decantazione delle acque lasciati scoperti, con la pioggia copiosa di questi giorni, hanno fatto si che dopo secoli, l’acqua, che non si conosceva più da dove provenisse, riattivasse improvvisamente le antiche fonti del borgo, di recente recuperate dal comune.

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