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Verso Foce, Vescovo Bresciani: Recuperiamo uno stile di vita che si riallacci a Dio, al creato e a noi stessi

DIOCESI – Riportiamo l’intervento di S. E. R. Mons. Carlo Bresciani durante la conferenza stampa per la presentazione della giornata del Creato che si terrà nella giornata del 5 settembre, a Montemonaco. Leggi l’articolo Preghiera, percorsi naturalistici, canoa, riflessioni e molto altro per la decima giornata “Per la custodia del creato”

Esprimo innanzitutto soddisfazione per la collaborazione della nostra diocesi di San Benedetto del Tronto -Ripatransone – Montalto con la diocesi di Ascoli Piceno, che si è attuata soprattutto attraverso i due Uffici di Pastorale del Lavoro e per quello che sono riusciti a realizzare per questa iniziativa che apprezzo molto.

Vorrei sottolineare questo aspetto: festeggiare la “Giornata per la custodia del Creato” non è semplicemente seguire una generica moda ambientalistica oggi diffusa, ma è la percezione di una consapevolezza che dobbiamo maturare non solo da un punto di vista religioso, ma anche da un punto di vista umano. Si tratta di una problematica che non  solo dei cristiani, ma di tutti.

Il creato è la nostra casa ed essa è preziosa: è la casa che ci permette di vivere: è dono di Dio fatto a ciascuno di noi, quindi è responsabilità di tutti proteggerla e custodirla con amore. Mi piace sottolineare il fatto che siano due diocesi che hanno organizzato tale evento, perché i confini li creiamo noi uomini. Dio invece non ha creato confini e aria, acqua, animali … non rispettano confini: sono beni di tutti.
Questo vuol dire che la cura del creato e la sua custodia non può essere una questione solo di qualcuno, ma è sempre più – come afferma Papa Francesco – una questione sociale che riguarda cioè tutta la società nel suo insieme. Si tratta di una questione di carattere più integrale e più generale.

Il terzo aspetto che vorrei sottolineare è che si tratta di una giornata di preghiera che può sembrare un qualcosa di molto lontano dalle questioni urgenti di custodia del creato in quanto essa richiede interventi pratici e molto concreti. Ma, se è vero che il creato è dono di Dio ed è la casa nella quale noi viviamo, dobbiamo recuperare il senso di questo “dono”. Il creato non ce lo siamo dati noi, ci è stato dato e dobbiamo preoccuparci di lasciarlo anche per le generazioni future, per i nostri figli. Nasce dunque la domanda: da chi ci è stato dato? Naturalmente, da credenti, rispondiamo che ci è stato dato da Dio e, quindi, c’è una responsabilità non soltanto nel confronto dei fratelli uomini, di oggi e di domani che possono risentirne gravemente del nostro uso sbagliato, ma c’è di mezzo anche la nostra responsabilità nei confronti di Colui che ce l’ha donato. Senza ricadere in forme panteistiche: il creato è una presenza di Dio che si manifesta attraverso i suoi doni e noi ne siamo responsabili.

Nell’Enciclica “Laudato si”, che ricorda da vicino S. Francesco e il suo amore per la creazione, il papa ci sollecita in maniera assolutamente esplicita a ricordarci, da una parte, del dono che Dio ci ha fatto attraverso il creato, dall’altra parte, della responsabilità che abbiamo attraverso i nostri stili di vita personali e sociali. II modo in cui noi pensiamo e organizziamo la nostra vita insieme ricade su tutti, perché le conseguenze delle nostro cattivo uso del creato ricadono  inevitabilmente sull’aria, sull’acqua, sull’ambiente e su quant’altro: su ciò di cui tutti noi viviamo. Il motivo è molto semplice perché il creato è dentro ognuno di noi. Il nostro stesso corpo è una realtà creata, fa parte della realtà cosmica e vive di essa e di conseguenza risente delle condizioni positive o negative dell’ambiente di vita. La custodia del creato è strettamente connessa con la cura e la custodia dell’essere umano.

Occorre, quindi, recuperare uno stile di vita meno distruttivo che recuperi la virtù della moderazione, che ci permetta di avere un giusto rapporto con Dio, con il creato e con noi stessi. Questo è lo scopo che, mi pare, Papa Francesco cerca di promuovere con questa giornata di sensibilizzazione, che dovrebbe recuperare il gusto della bellezza del creato e il senso della nostra responsabilità verso di esso.

Marco Sprecacè: