Pensate che in Bolivia oltre allo spagnolo – o meglio al “castellano” – si parlano altri 36 idiomi. Non a caso il Papa saluta lo stato plurinazionale boliviano e ne elogia, citando la Costituzione, le bellezze della natura: dall’Amazzonia all’altipiano del Chaco, dalle pianure alle valli, tanto che Francesco, fresco dell’Enciclica sull’ambiente, dice: il mondo è qualcosa di più che un problema da risolvere, è un mistero gaudioso che contempliamo nella letizia e nella lode.
Euforia tutta boliviana, dunque. E non sono mancate, lungo le strade le soste a causa della presenza della gente che ha rallentato il passaggio della papamobile. E pensate, queste persone hanno trascorso molte ore, alcuni sono scesi in strada già nella tarda mattinata, per poter vedere il passaggio del Papa. E nella loro presenza, non c’è solo la curiosità di vedere l’ospite.
Una curiosità per finire questo nostro primo pensiero dalla Bolivia. La curiosità è nel dono, davvero insolito, che il presidente socialista Evo Morales ha voluto fare al Papa: un Cristo crocifisso su un martello e ai piedi una falce. Analoga immagine è stata riproposta in un medaglione, un’onorificenza che Morales ha regalato sempre al Papa. E non credo che il dono presidenziale sia stato davvero gradito da Francesco.