TeatroDi Marco Calvarese

In un periodo nel quale il “diverso” sembra fare paura, qualcuno s’impegna a promuoverlo come valore aggiunto della società, come ricchezza di cui non poter fare a meno. Accade da oltre 9 anni nella valle del Vibrata, in provincia di Teramo. Qui, nel borgo medievale di Sant’Omero, si svolge “Teatri paralleli – Festival nazionale di teatro delle differenze”.

La nona edizione. Giunto alla sua nona edizione e felice di potersi fregiare anche del “Premio Enriquez” per l’impegno sociale e civile, il Festival ha portato in piazza Antonio De Curtis gli spettacoli delle compagnie teatrali composte da attori con diverse abilità provenienti da tutta Italia. Realizzato grazie alla collaborazione tra coop. sociale “La formica”, pro-loco Sant’Omero, Fondazione Tercas, Comune di Sant’Omero, Regione Abruzzo e Compagnia “Terrateatro”, proprio quest’ultima è l’ideatrice del progetto portato avanti da anni, anche tra mille difficoltà, soprattutto finanziarie.

In principio fu “La formica”. “Il tutto è partito da un progetto teatrale nel centro diurno ‘La formica’ qui nella zona e, visti i buoni risultati, divenuto in breve un teatro stabile, il ‘Teatro delle formiche’. Subito dopo è nata l’esigenza di confrontarsi con altre realtà simili”, dichiara Ottaviano Taddei, direttore artistico del Festival e attore/regista dello spettacolo ispirato all’Otello di Shakespeare “Tell me Otello”, portato in scena da 2 attori di Terrateatro e 9 attori del “Teatro delle formiche” che, con una straordinaria presa di posizione in fase di stesura del testo, si sono opposti al finale tragico dell’opera, dando quindi lo spunto per una trama diversa e particolare che, grazie al rifiuto portato in scena, ridisegna man mano le vicende di Desdemona e Otello, adattandole all’esigenza di chi si ribella a quel destino predetto. “Una cosa del genere non sarebbe mai potuta capitare in un altro teatro, ma questo è proprio il bello di questa esperienza che è un ponte umano, artistico e sociale. Un luogo dove vari linguaggi teatrali e varie possibilità espressive trovano il loro naturale palcoscenico”, aggiunge Taddei, sottolineando la grande amicizia e collaborazione che nasce tra diverse compagnie durante questo Festival al quale il pubblico, dopo il titubante approccio dei primi anni, oggi arriva con spirito critico, dato che sul palco salgono anche compagnie teatrali professioniste, guidate da registi di fama internazionale, che nulla hanno da invidiare ad altri e che “hanno il coraggio di andare incontro al pubblico e non lo aspettano nei teatri”. “Diversità è ricchezza in generale, un immigrato è un ricchezza per la sua diversità. Questo è un atteggiamento da recuperare”, sottolinea Taddei. “Anche questi ragazzi, seppur ancora percepiti come sfortunati o privi della possibilità di dire qualcosa, sono invece capaci di comunicare tanto con un linguaggio molto interessante che, partendo proprio dalla diversità, realizza cose nuove”.

Anche un “laboratorio per bambini”. Sul palcoscenico di Sant’Omero, per il Festival 2015: la compagnia “XE” di Firenze con lo spettacolo di teatro danza “Mon Amuuuur!”, ispirato alle varie forme dell’amore; il gruppo “Teatro buffo” di Roma con “L’assenza”, riflessione sulla lontananza e il desiderio dell’altro che non c’è; il “Teatro del Krak” di Ortona con lo spettacolo “Christian dalla Ci alla Erre”, storia del rapporto tra un ragazzo con sindrome di Asperger e il suo insegnante; la “Compagnia Berardi Casolari” di Taranto con “In fondo agli occhi”, uno spettacolo che racconta la cecità fisica e sociale dell’Italia, per la regia di Cesar Brie. Un impegno artistico, culturale e sociale di grande spessore e utilità per la società, infatti oltre alle rappresentazioni completamente gratuite sul palco di piazza Antonio De Curtis, ogni sera “Teatri paralleli – Festival nazionale di teatro delle differenze” ha offerto gratuitamente in cartellone anche il “Laboratorio per bambini” guidato dall’attrice Cristina Cartone. “Questa è un’occasione in più di crescita sociale nella quale noi crediamo e investiamo molto, visto che la prossima società dobbiamo costruirla noi partendo proprio dai più piccoli e dall’educazione che gli daremo, anche alla diversità”, conclude il direttore artistico, felice di poter offrire a tutti uno sguardo da vicino su un mondo diverso.

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