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Pastorale del turismo “può trasformarsi in un’importante fonte di benessere e sviluppo sostenibile per l’intero pianeta”

Il turismo “può trasformarsi in un’importante fonte di benessere e sviluppo sostenibile per l’intero pianeta”, nonché “per costruire strade di pace”. Lo evidenzia il Messaggio del Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti in occasione della Giornata mondiale del turismo che, come di consueto, sarà celebrata il 27 settembre, quest’anno sul tema: “Un miliardo di turisti, un miliardo di opportunità”. “Era il 2012 – esordisce – quando la barriera simbolica di un miliardo di arrivi turistici internazionali è stata superata. E i numeri ora continuano a crescere, tanto che le previsioni stimano che nel 2030 si raggiungerà il nuovo traguardo di due miliardi. A questi dati si devono aggiungere cifre ancora più elevate legate al turismo locale”. “Siamo in una fase di mutamento – prosegue -, in cui cambia il modo di spostarsi e, di conseguenza, anche l’esperienza del viaggio. Chi si muove verso Paesi diversi dal proprio, lo fa con il desiderio, più o meno consapevole, di risvegliare la parte più recondita di sé attraverso l’incontro, la condivisione e il confronto. Il turista è sempre più alla ricerca di un contatto diretto con il diverso nella sua straordinarietà. Si è ormai affievolito il concetto classico di ‘turista’ mentre si è rafforzato quello di ‘viaggiatore’, ovvero, colui che non si limita a visitare un luogo, ma, in qualche modo, ne diventa parte integrante”.

Da qui, alla luce anche della recente enciclica “Laudato si’”, un’attenzione per le imprese del settore, che hanno una responsabilità “grande”, dove l’“obiettivo finale non deve essere il guadagno quanto l’offerta al viaggiatore di strade percorribili per raggiungere quel vissuto di cui è alla ricerca. E questo le imprese lo devono fare nel rispetto di persone e ambiente”. “Allo stesso tempo – prosegue il Messaggio – i Governi devono garantire il rispetto delle leggi e crearne di nuove atte alla tutela della dignità dei singoli, delle comunità e del territorio”, mentre “le comunità locali sono chiamate ad aprire i propri confini all’accoglienza di chi arriva da altri Paesi spinto dalla sete di conoscenza”. Ecco che “incrementare il turismo e, in particolare, nelle sue forme più responsabili permette di incamminarsi verso il futuro forti della propria specificità, storia e cultura” e “un miliardo di turisti, se ben accolto, può trasformarsi in un’importante fonte di benessere e sviluppo sostenibile per l’intero Pianeta. La globalizzazione del turismo porta, inoltre, al nascere di un senso civico individuale e collettivo”. La Chiesa, da parte sua, “collabora per fare del turismo un mezzo per lo sviluppo dei popoli, particolarmente di quelli più svantaggiati, avviando progetti semplici ma efficaci”, nella consapevolezza che “la Chiesa e le istituzioni devono, però, essere sempre vigilanti per evitare che un miliardo di opportunità diventi un miliardo di rischi”.

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