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A tu per tu con Nausica Manzi, neo Incaricato Regionale FUCI Marche

DIOCESI – Abbiamo avuto il piacere di conversare con Nausica Manzi, neo eletta alla carica di Incaricato Regionale FUCI Marche.

MS: Chi è Nausica Manzi?
Nausica Manzi: Premetto che non amo molto parlare di me. Ho 22 anni e studio Filosofia a Macerata. Sin da quando ero piccola, faccio parte dell’Azione Cattolica in cui, da parecchi anni, nella mia parrocchia, svolgo il servizio da educatrice. L’ AC e la filosofia possono rappresentare bene alcune delle sfumature del mio carattere. Inoltre, da due anni ormai, da “fuori sede”, faccio parte del gruppo Fuci “Leopoldo Elia” di Macerata.Tre verbi che possano sinteticamente descrivermi: donare, andare, sperare.

MS: Che cosa è la FUCI?
Nausica Manzi: FUCI, Federazione Universitaria Cattolica Italiana, nata nel 1896 grazie all’opera e all’impegno di Romolo Murri, è l’insieme di vari gruppi sparsi in tutta Italia di giovani studenti universitari cattolici che, durante i loro primi passi nel nuovo mondo dell’Università, scelgono di condividere insieme questo faticoso ma irripetibile periodo della loro vita. Condividerlo, facendosi protagonisti della loro Università e, soprattutto, riscoprendo, attraverso l’incontro con diverse vite, la bellezza della loro Fede.

MS: Come hai incontrato la fuci e cosa è per te?
Nausica Manzi: Ho incontato la FUCI nel mio secondo anno di Università a Macerata. Provenendo dal mondo dell’Azione Cattolica, ne avevo sentito parlare, ma non sapevo che a Macerata ci fosse. È proprio l’Ac che mi ha poi permesso di incontrarla. La Fuci per me è stata un preziosissimo dono. Mi ha fatto incontrare persone speciali che sono diventate parte fondamentale della mia vita e che, nonostante scelte e percorsi diversi, per me lo saranno sempre. Fuci è capacità di donarsi, è imparare ad essere cristiani tra la gente, rendendosi protagonisti delle relazioni quotidiane semplicemente mostrando se stessi e amando. La Fuci è rispondere ad una chiamata personale e gettarsi in questa bella sfida che guida la vita universitaria.

MS: Nell’ultima assemblea regionale della Fuci Marche, sei stata eletta incaricato regionale FUCI per la Regione Marche, un’importante responsabilità che certamente richiederà impegno e dedizione. Tutto questo può conciliarsi con la vita universitaria?
Nausica Manzi: Certo che può conciliarsi. Importante è sapersi organizzare ed aver bene in mente in ogni momento quali siano le priorità. La vita universitaria non è solo lezioni e studio, ma è anche e soprattutto vita: scoperte, relazioni, fatiche, soddisfazioni, spiritualità, testimonianza. Questo è ciò che la FUCI insegna: l’università è vita. Lo stile fucino trasforma anche il modo di rapportarsi allo studio: la conoscenza ti può rendere più forte se accompagnata dalla luce della Fede e dallo spirito di servizio.  La Fede è ciò che rende possibile anche l’impossibile. Le responsabilità ti fanno capire chi puoi essere per gli altri e poi per te stesso: “Nessuno, in questo momento può dire:ho fatto tutto il mio dovere”, diceva un Filosofo, a me molto caro. Sarà una bella sfida.

MS: Nonostante questa crisi di valori, vale ancora la pena impegnarsi per qualcosa?
Nausica Manzi: Nel mondo di oggi la malattia peggiore è forse l’indifferenza verso ciò che ci circonda. Il cristiano, ma soprattutto lo studente giovane cristiano non può essere semplicemente uno spettatore della vita che gli scorre davanti, anzi deve portare la sua voce nelle strade della vita, rischiando anche di sbagliare, “di essere la voce fuori dal coro”, ma questo è l’importante: fare. Fare per testimoniare, fare per essere. Quando penso all’impegno, mi viene in mente ciò che diceva Paolo VI: «L’atteggiamento fondamentale dei cattolici che vogliono convertire il mondo è quello di amarlo. Questo è il genio dell’apostolato: saper amare. Siate contenti, siate fedeli, siate forti e siate lieti di portare intorno a voi la testimonianza che la fede cristiana è forte, è lieta, è bella e capace di trasformare davvero nell’amore e con l’amore la società in cui essa si inserisce(…) sappiate vivere e proclamare, pur nel rispetto delle opinioni altrui, la proposta cristiana, a fatti e a parole, con semplicità, con gioia, con ardimento, senza compromessi né viltà». Impegnarsi è un dovere di ogni uomo e soprattutto per un cristiano.

MS: Cosa ti senti di dire ai giovani, tuoi coetanei?
Nausica Manzi: Ai giovani sento di dire: “ Siate realisti, esigete l’impossibile”:

Siate = cioè imparate ad essere prima che a fare o ad avere. Dovete costruire prima di tutto voi stessi, trovare le giuste fondamenta. Essere senza condizionamenti, essere originalmente. Non è facile, è un compito inesauribile ma essenziale. Riscoprire la fede, vi aiuterà a capire chi siete e, così, sarete costruttori della vostra vita.

Realisti= guardate ciò che vi circonda con attenzione, siate curiosi e vogliosi di conoscere ciò che ignorate. Non temete di dire la vostra opinione, di impegnarvi e anche di sbagliare. Riscoprite la volontà e la passione nel fare ogni cosa alla quale siete chiamati. Sentitevi responsabili nelle piccole cose e lo sarete nelle grandi cose. Non fidatevi di ciò che brilla in superfice ma, armatevi di attrezzi, e scavate.

Esigete= ricordate che siete capaci di fare tutto, non vi abbattete al primo no, lottate per ciò che desiderate. Inoltre, imponetevi sempre il coraggio di sperare.

Impossibile= nell’umiltà di ciò che siete, guardate lontano. Il futuro non è un universo già esistente, esso non è, se voi non vi impegnate a farlo essere. Non è una missione impossibile.

Non abbiate paura della fatica perchè vi sentirete vivi. Non temete la sconfitta perché poi vi sentirete più forti di prima, e non dimenticate mai di sorprendervi ogni volta come bambini. Saldi nella fede, guardate a quell’impossibile e rendetelo possibile. Non ci riuscirete? Non importa, provateci, perché sarà bello poter raccontar le avventure della vostra vita. Provateci e, al di là dei risultati, siate felici e lasciate che questa vostra felicità sia visibile a tutti, sempre.

Marco Sprecacè: