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San Benedetto, in piazza Setti Carraro un’opera per la legalità

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Alla presenza delle autorità civili e militari, è stata inaugurata in piazza Emanuela Setti Carraro a Porto d’Ascoli l’opera “Palermo 21:15” degli artisti Marisa Korzeniecki e Andrea Mancini. L’opera, donata al Comune, rappresenta una barca, un guscio che traghetta in un luogo ameno la vittima innocente della mafia Emanuela Setti Carraro, moglie del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa.

Nel suo intervento di saluto, il sindaco Gaspari, rievocando la figura del generale e di sua moglie, ha voluto evidenziare come questa inaugurazione rientri in un più ampio progetto di educazione alla legalità promosso dal Comune di San Benedetto del Tronto e dall’Istituto comprensivo scolastico “Sud”  di cui la scuola “Cappella”, situata proprio dinanzi l’aiuola che accoglie la nuova opera, fa parte.

Dopo aver chiesto un applauso proprio per l’Arma che ieri ha compiuto 201 anni di vita, il Sindaco ha ribadito che momenti come questo non saranno mai abbastanza perché, ha detto, “far capire ai più giovani che cosa significa la legalità, lo stato di diritto, i principi per cui il generale Dalla Chiesa e sua moglie sono morti, è l’unico antidoto alla barbarie”.

La cerimonia si era aperta con l’esecuzione del brano “I cento passi” dei Modena City Ramblers, colonna sonora del film dedicato a Peppino Impastato, eseguito dagli alunni delle classi 3a A e 2a G della “Cappella2 coordinati dalla prof.ssa Flavia Mandrelli. I ragazzi della 2° E del prof. Fabrizio Urbanelli hanno invece eseguito l’Inno di Mameli.

Dopo il Sindaco, hanno preso la parola la dirigente scolastica Manuela Germani, che ha evidenziato il valore educativo del progetto e di questo momento inaugurale, e gli autori dell’opera che hanno spiegato che il titolo dell’opera, “Palermo, 21,15” derivi dal luogo e dall’ora in cui fu commesso l’omicidio di Dalla Chiesa e di sua moglie. “L’ora – ha spiegato Mancini – è evidenziata nella scultura da un segmento/diametro che tocca le due parti del cerchio che è anche vasca e orologio. Al centro della vasca un getto d’acqua vivo e zampillante vuol essere un inno alla vita. Abbiamo usato due materiali che si prestano a rendere la forza dell’opera, l’acciaio e il travertino, oltre ad un elemento naturale simbolo di vitalità per eccellenza come l’acqua. Credo che questo lavoro di alto valore simbolico abbia la sua giusta collocazione in una piazza che ritengo una porta d’ingresso alla città”.

“La maestosa magnolia esistente nella piazza – ha aggiunto Korzeniecky – entra a far parte dell’opera assumendo il doppio significato di albero naturale, espressione di forza e vitalità, e di albero maestro, esempio di vita. Mi fa tanto piacere che Comune e scuola abbiano subito compreso il valore del messaggio che intendevano trasmettere”.

L’Inno alla Gioia, simbolo dell’Unione Europea eseguito sempre dagli studenti della “Cappella”, ha chiuso la cerimonia.

Redazione: