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Ostensione della Sindone: particolare attenzione a giovani e malati.

“Torino è pronta ad accogliere le centinaia di migliaia di pellegrini che, tra aprile e giugno, giungeranno per vedere e venerare il sudario che, secondo la tradizione, avrebbe avvolto il corpo di Gesù dopo la deposizione dalla croce e che la nostra città, con orgoglio e devozione, custodisce da quasi mezzo millennio”. Lo ha detto il sindaco di Torino, Piero Fassino, durante la presentazione dell’Ostensione della Sindone (19 aprile-24 giugno) presso la sede dell’Associazione stampa estera a Roma. “L’Ostensione è un evento che coinvolge tutta la città”, ha proseguito il sindaco: “Dal Comune di Torino alle altre istituzioni pubbliche, dalle fondazioni alle aziende, agli attori sociali della città fino ai 4mila e 600 volontari che stanno affiancando l’arcidiocesi nella sua preparazione”. Secondo Fassino, “il 2015 è sicuramente un anno speciale, anche perché caratterizzato da straordinari eventi a carattere religioso: oltre all’ostensione della Santa Sindone, le celebrazioni per il bicentenario di uno dei suoi santi più amati, don Bosco, da sempre riferimento importante per generazioni di giovani, e la visita a giugno di Papa Francesco”.

I giovani e i malati: “Due periferie al centro della premura della Chiesa”. Così don Roberto Gottardo, presidente della Commissione diocesana per la Sindone, ha spiegato la scelta dell’arcivescovo, monsignor Cesare Nosiglia, di dedicare, durante tutto il periodo dell’Ostensione della Sindone, un’attenzione particolare “a due categorie di persone, apparentemente così diverse, eppure in questo momento unite dal vivere una comune situazione di esclusione”. Intervenendo oggi alla conferenza stampa di presentazione dell’Ostensione della Sindone, don Gottardo si è soffermato sul legame tra la Sindone e don Bosco, il “Santo dei giovani”, che “ancora oggi, dopo 200 anni, offre una guida sicura per il cammino educativo delle nuove generazioni così diverse da quelle del suo tempo eppure inevitabilmente abitate dallo stesso desiderio di essere amati e aiutati a entrare nella vita fino a scoprirne il significato”. Lungo il percorso, i pellegrini saranno accompagnati oltre che da don Bosco anche da alcuni dei santi di Torino e del Piemonte: per tutti ci sarà la possibilità di confessarsi in alcune chiese vicino alla cattedrale. Per i malati sono state predisposte strutture di accoglienza notturna e diurna: il mercoledì è a loro disposizione un percorso dedicato, con modalità di ingresso specifiche.

Simone Caffarini: