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Avviato il laboratorio di frontiera per dare lavoro a donne in grave situazione di emarginazione sociale

PROVINCIA – Ha preso avvio il progetto “Laboratorio di frontiera” promosso dalla Casa di Procura dell’Istituto delle Suore Oblate del Santissimo Redentore e realizzato insieme alla Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno.
L’intervento è stato presentato a seguito della pubblicazione dell’avviso per la presentazione di progetti emanato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno nell’anno 2014 ed è stato valutato dalla stessa Fondazione meritevole di sostegno. “Laboratorio di frontiera” intende offrire un’opportunità di lavoro stabile a donne in grave situazione di emarginazione sociale, vittime della tratta e di sfruttamento.

Gli obiettivi prefissati e le azioni previste sono:
– affermare la dignità di donna attraverso il lavoro, inteso come realizzazione personale;
– evitare l’assistenzialismo e proporre l’autonomia;
– favorire la creazione di un’attività lavorativa per essere soggetti attivi del proprio cambiamento;
– attivare un periodo di formazione teorica/ pratica prima e di stage lavorativo poi, cercando di fornire gli strumenti necessari per avviare percorsi di autoimprenditorialità.

Laboratorio di frontiera” vuole essere una realtà che si autosostiene grazie alle capacità delle donne. Prodotti ortofrutticoli, piante officinali, in particolare lavanda, e lavorazioni tessili, sono i tre settori dentro i quali il Laboratorio opera con la produzione e il commercio di molteplici prodotti specifici per ogni settore. La Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno e la Casa di Procura dell’Istituto delle Suore Oblate del Santissimo Redentore hanno scelto di mettere al centro del progetto “Laboratorio di frontiera” la comunità sociale, sia nella lettura dei suoi problemi, sia nella ricerca e nell’attuazione delle soluzioni possibili, attraverso l’edificazione di reti ed il coinvolgimento del più ampio numero di soggetti che operano nel Terzo Settore. L’impegno condiviso è quello di generare un welfare di comunità che, ponendosi in relazione con la parte pubblica, nonché con gli operatori economici che fossero interessati e disponibili, sia in grado di rispondere ai bisogni della comunità, affrontando rischi e sfide sociali, rendendo la comunità stessa partecipe e responsabile e ponendo quindi le basi per un rinnovato clima di fiducia ispirato dal sentimento della condivisione e, soprattutto, dal senso di appartenenza ad una comunità che cerca al proprio interno le forze e le risorse per far fronte ai propri problemi ed alimentare il proprio futuro.

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