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“Co-educare ad essere sé”: Occorre dar voce ai giovani, perché portatori di speranza…

 

DIOCESI- Sei si sogna da soli, è solo un sogno. Se si sogna insieme, è la realtà che comincia. Questo proverbio africano non poteva esser più calzante per descrivere l’incontro che si è svolto venerdì 13 marzo, al Teatro San Filippo Neri di San Benedetto del Tronto.

“Co-educare ad essere sé” una proposta pedagogica coraggiosa, ambiziosa, con la missione di accompagnare gli adolescenti nella scoperta dei propri talenti, desideri e interessi attraverso l’alleanza educativa tra le realtà del territorio.

Nel biennio 2015-2016 sarà realizzato il progetto, promosso dalla cooperativa sociale “La Gemma Onlus” insieme alla Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno.

Il convegno si è aperto con l’indirizzo di saluto del primo cittadino di Grottammare, il Prof. Enrico Piergallini, il quale, citando l’ottavo canto del Paradiso di Dante, racconta il Sommo Poeta e Carlo Martello in dialogo sull’importanza dei talenti al fine del corretto funzionamento della società.

Dopo la proiezione dello splendido cortometraggio realizzato dai ragazzi dei vari oratori della diocesi, prende la parola Mons. Carlo Bresciani, il quale sottolinea l’esistenza di una emergenza educativa, soprattutto nell’ambiente in cui cresce l’adolescente.
“Educare non è semplicemente trasferire informazioni, ma significa dare loro i criteri di scelta per orientarsi nel mondo. Il ragazzo è un soggetto e occorre coinvolgere la sua libertà per ritrovare la dimensione all’ascolto…Impariamo ad educare attraverso la relazione con il ragazzo.”

“Occorre dar voce ai giovani, perché portatori di speranza…” Afferma convinta la Dott.ssa Maria Chiara Verdecchia, Pedagogista e ideatrice del progetto che ha ottenuto il sostegno della Fondazione CARISAP.
“L’adolescenza è una fase di transizione verso l’età adulta.
Co-educare è una proposta che cerca di far riscoprire nel ragazzo la consapevolezza del proprio valore attraverso una connessione tra i sistemi educativi e quelli socio-sanitari. Esso sviluppa la propria conoscenza di se attraverso la relazione e solo con un’azione congiunta tra le varie realtà della società si può dare all’adolescente una maggiore consapevolezza di se.”
Il progetto si sviluppa attraverso una programmazione mirata, azioni su più livelli, nell’ambito della scuola, delle parrocchie e delle altre istituzioni educative.

La Prof.ssa Berta Martini, docente dell’Università di Urbino -intervenuta in video conferenza- punta sulla concretezza delle conoscenze che devono essere “saperi fatti agire” attaverso la scuola che deve diventare il luogo privilegiato per applicare tali strategie.

La Dott.ssa Laura Dario concentra il proprio intervento sul diritto alla personalizzazione dell’apprendimento, attraverso i Bisogni Educativi Speciali (BES) di coloro che hanno delle difficoltà di apprendimento di diversa natura.

Maurilio Piergallini, Dirigente dell’istituto comprensivo “G. Leopardi” sostiene la necessità di creare metodi educativi personalizzati che mirano al perseguimento di obiettivi specifici dello studente, il quale è posto al centro dell’azione educativa nell’ambito della trasmissione delle competenze ma anche alla formazione personale dello stesso.

Si concentra sul tema del “sé” e sui suoi molteplici livelli, la neuropsichiatra Barbara Pirri. Il primo si basa sul codice genetico della persona, il secondo tratta le relazioni degli adolescenti con i genitori e altri individui. “Tenendo presente le diverse componenti della persona si cercherà di elaborare delle line evolutive che mirano allo sviluppo graduale e progressivo della persona.”

L’assessore ai Servizi Sociali del Comune di Grottammare Clarita Baldoni ha spiegato  come l’amministrazione comunale favorisca le alleanze educative volte a creare un ambiente idoneo alla realizzazione di tale progetto.

Ad sottolineare l’importanza dello sviluppo delle nuove tecnologie a favore della didattica orientata verso la crescita del “sé” tra le nuove generazioni è la dott.ssa Donatella Luzi, docente dell’Università di Tor Vergata, la quale afferma che ogni contesto sociale è un luogo di formazione per il ragazzo.

Infine, il moderatore Luca Sestili, noto conduttore radiofonico rivierasco, cede la parola al Vescovo Carlo, il quale conclude il dibattito spiegando in chiave pedagogica i cinque verbi del Convegno sul Nuovo Umanesimo che si terrà a Firenze nel prossimo autunno. “Uscire: Se vogliamo educare dobbiamo ascoltare i ragazzi; Annunciare: L’educatore deve avere criteri di valutazione non individualistica ma legata allo sviluppo della società; Abitare: Bisogna stare con i ragazzi…; Educare: tirare fuori le capacitàattraverso la fiducia; Trasfigurare: Stabilire nuovi orizzonti e quindi avere fiducia nel futuro.

Marco Sprecacè: