AlessandraCUPRA MARITTIMA – Questa settimana abbiamo intervistato Alessandra Giudici, giovane imprenditrice dell’azienda Cumlabor.
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Alessandra cosa sognavi di fare da bambina?
Da bambina avevo i sogni classici di una femminuccia, volevo fare l’ archeologa, poi la maestra poi la ballerina.

Come è nata la tua attività?
La mia azienda Cumlabor, in cui sono una dei soci, é nata dopo una brutta esperienza che, se non avessi reagito energicamente,poteva buttarmi giù facilmente.
A Gennaio 2010, appena laureata ho iniziato a cercare le aziende locali che si occupavano del settore inerente la mia laurea e dopo vari tour in macchina in cui mi fermavo presso le suddette aziende chiedendo che mi concedessero un colloquio, ho trovato l’azienda che mi ha offerto il mio primo contratto. Purtroppo dopo due anni, a causa del calo delle commesse in azienda, sono stata licenziata per riduzione del personale. Mi sono sentita davvero svuotata e persa perché era la mia prima esperienza e ci tenevo molto. Poi mi sono data da fare in altro modo, piuttosto che vergognarmi dell’accaduto, l’ho fatto sapere a tutte le persone che conoscevo, a quelle che avevano un’azienda e alle persone a cui insegno danza (la mia passione). E proprio dalla danza è arrivata una nuova possibilità; ho fatto un colloquio e ho iniziato uno stage della durata di un anno. In quell’azienda ho conosciuto molte persone, tra le quali il mio collega con il quale poco dopo avrei fondato Cumlabor. Oggi siamo 10 soci.

Di cosa vi occupate principalmente?
Ci occupiamo di offrire soluzioni alle imprese per tutti gli adempimenti normativi (sicurezza sul lavoro, igiene alimentare, visite mediche ai lavoratori, formazione, ambiente e antincendio) e per esigenze aziendali particolari (finanziamenti, consulenza legale, bandi e agevolazioni, …)

Ci racconti qualche aneddoto successo con i clienti?
Occupandoci di vari settori potrei raccontarvi molti aneddoti ma, visto che stiamo parlando di giovani e lavoro, posso citarvene uno grottesco e particolarmente significativo per me. Un’ azienda aveva bisogno di redigere i documenti inerenti la sicurezza sul lavoro (DLgs 81/08 ex 626) e dopo avergli fornito tutte le informazioni di cui aveva bisogno, aver risposto a tutte le domande che sono venute in mente al legale rappresentante e aver parlato di come di solito lavoriamo, dei vantaggi di un’azienda che si occupa di prevenzione rispetto a una che non se ne occupa (nonostante sia obbligatorio), ci sentiamo dire: “va bene dai….in conclusione fatemi un’offerta.
Naturalmente sceglierò tra la vostra e quella di altre aziende….tanto si tratta di pu….ate! “. Il mio collega risponde ” Mi permetto di dire che c’è un piccolo particolare che sta tralasciando; questa ragazza accanto a me ha studiato 5 anni della sua vita e ha fatto 1000 ore di tirocinio per essere in grado di fare bene queste “sciocchezze”.
Mi permetto allora di dirle che anche ciò che vende lei per me, non essendone esperto, possono essere sciocchezze ma non mi sono permesso di offendere la sua professione. Detto questo faremo ugualmente un’offerta e lei valuterà la scelta migliore secondo la sua opinione”. Io ero sorpresa e allo stesso tempo fiera, perché di affermazioni simili a quella di questo imprenditore se ne sentono quotidianamente soprattutto localmente, soprattutto da persone adulte e soprattutto verso noi giovani.

Progetti futuri?
Riuscire a formare i nostri clienti sulla cultura della prevenzione, non solo sotto forma di sicurezza sul lavoro, ma prevenzione in generale, perché con la crisi in atto e le scelte che siamo costretti a fare per risparmiare, l’unica misura che può aiutarci é la prevenzione. Passa indisturbata finché non succede nulla, ma in caso di emergenza e necessità può restituirci i frutti del nostro impegno precedente. Progetti personali invece, continuare la mia attività di danza agonistica, che mi fa stare bene fisicamente e mi da disciplina.

Che cosa ti sentiresti di dire ai tuoi coetanei che non trovano lavoro?
Vorrei dare un consiglio su come presentarsi, che a me ha aiutato molto. Se riuscite, presentatevi di persona, chiedete appuntamenti telefonicamente….”lasciate il vostro profumo” dopo un colloquio (così diceva una volta un signore).
Trasmettete la vostra grande passione nel lavoro se é quello che volete fare nella vita e naturalmente siate disponibili a fare gavetta, ma attenzione: gavetta implica comunque il rispetto per voi da parte del vostro datore di lavoro, anche senza un centesimo, anche senza rimborsi ma con rispetto. Lo stesso che il mio collega mi ha dimostrato rispondendo con cognizione a quel nostro cliente.

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