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Mons. Galantino: occorre “riguadagnare in maniera radicale una concezione unitaria dell’uomo”

“Abitare in maniera consapevole e responsabile anche dal punto di vista culturale, il complesso mondo nel quale viviamo senza farci spaventare, ma nemmeno ingaggiando battaglie di retroguardia”.
Questo l’invito rivolto da monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, ai partecipanti al XII convegno nazionale dell’associazione “Scienza & Vita” sul tema “Amore & Vita. Questioni di cuore e di ragione. Tracce per un percorso formativo all’affettività e alla sessualità” e al XIV Incontro nazionale delle associazioni locali, tenutosi a Roma il 23 e 24 maggio 2014. A riproporlo è l’associazione, nel numero in uscita dei suoi “Quaderni”, contenente gli atti dell’evento. Il contributo “che come credenti impegnati nell’esercizio del pensiero possiamo dare – avverte il presule – consiste nell’interpretazione di quale sia oggi il bene dell’uomo e di cosa esiga la sua dignità”. Secondo mons. Galantino, per “superare sia il grande progetto di decentramento della persona umana messo in atto dalle scienze umane, sia la perdita di fondamento che caratterizza gran parte delle antropologie contemporanee”, occorre “riguadagnare in maniera radicale una concezione unitaria dell’uomo”. Cinque le consegne affidate dal presule: “uscire da sé”, “comprendere”, “assumere su di sé”, “dare”, “essere fedele”.

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