X

FOTO Vescovo Carlo Bresciani: “Vorrei invitarvi a pregare anche per tutti i defunti che hanno dato la vita per la comunità”

Trascrizione di Alessandra Mastri

RIPATRANSONE – Pubblichiamo le parole del nostro Vescovo Carlo Bresciani pronunciate durante la celebrazione per i defunti a Ripatransone.
Vescovo Carlo Bresciani: “L’enigma più grande della vita umana, è quello della morte. Ma noi non siamo come coloro che non hanno fede, come coloro che non sanno vedere nulla al di là del momento della morte; la speranza, questa “piccola sorella” così come veniva definita nelle tre virtù, fede, speranza e carità, è quella che per certi aspetti è più forte, perché ci proietta al di là della morte stessa, ci proietta innanzitutto con un desiderio, che è il desiderio di vita, tutti noi abbiamo dentro un insopprimibile desiderio di vita, che si scontra però con questo enigma, con questo mistero della morte, che agli occhi umani è impenetrabile; ma questo è un desiderio, quindi una speranza, che potrebbe essere semplicemente un’illusione e, una speranza fondata su illusioni, non serve a nessuno, perché certamente porta poi dopo a delusioni.

Noi siamo qui oggi in questo ricordo di tutti i defunti per recuperare quella speranza che ha il suo fondamento in Gesù, in quel valore che Gesù ci ha detto nel Vangelo, l’abbiamo appena sentito, “il Padre che mi ha mandato ha una volontà, che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma lo risusciti nell’ultimo giorno … chiunque vede il Figlio e crede in Lui abbia la vita eterna, io lo risusciterò nell’ultimo giorno”. Carissimi, sono parole molto impegnative, parole di un Dio che promette la vita oltre la morte, e questa è la speranza che, nel dolore del ricordo dei defunti, tinge questo dolore di una grande e profonda consolazione nella fede , in Dio nulla è perso.

Giobbe ci ricordava, dopo essere passato attraverso un momento di grande dolore, ed era la professione di fede,quella che siamo invitati a fare anche noi questa mattina davanti al Signore, io lo so che il mio Redentore è vivo, e che dopo che questa mia carne sarà distrutta, vedrò Dio.
Queste sono le parole della fede, quelle parole che nutrono la nostra fede, che ci portano qui a celebrare la Santa Messa, che tingono questa speranza della bontà del Signore, che un giorno tutti possiamo essere accolti da Lui. Siamo qui a pregare, alla luce di questa speranza, perché ha senso pregare se c’è una speranza, se non c’è una speranza, che cosa preghiamo? Preghiamo il nulla? Non ha senso pregare il nulla, non ha senso pregare il vuoto, non ha senso pregare una cosa morta, ha senso pregare se c’è qualcuno di vivo che ascolta e che può dare risposta alla nostra preghiera.
Preghiamo perché crediamo che Cristo è vivo, e se Cristo  è vivo, allora sappiamo anche che la nostra preghiera poiché preghiamo un Dio che è vivo e non preghiamo una cosa morta, non preghiamo una pietra, preghiamo una persona, abbiamo speranza che la nostra preghiera possa essere accolta, “qualunque cosa chiederete nel mio nome”. Certamente ha senso pregare per i defunti, pregare per i defunti è fare qualcosa di bello, di grande per loro, vuol dire aiutarli in questo loro cammino per essere accolti pienamente nella gloria del Padre, questo è il grande valore della preghiera, e questo è allora il vero ricordo che serve ai defunti, il resto non serve gran che, serve se preghiamo il Signore e dal Signore invochiamo quell’aiuto che loro si aspettano, e da Lui l’aiuto viene, perché non lascia mai mancare l’aiuto a coloro che glielo chiedono.
Ecco questa giornata ci mette davanti la speranza dei nostri cari defunti, perché sperano che noi li aiutiamo con la nostra preghiera, l’essere qui è dare risposta alla speranza dei nostri cari, la speranza non solo che non li abbiamo dimenticati, ma la speranza che nel Signore Gesù noi li aiutiamo con la preghiera, per quella promessa che qui è stata fatta, che chi crede in Lui e chi è morto nella fede in Lui abbia la vita eterna e venga risuscitato nell’ultimo giorno.
Mi piace però invitarvi questa mattina a pregare in modo particolare per coloro che nessuno più ricorda, per coloro che sono morti, ma sembrano essere di nessuno, in modo particolare per coloro che sono morti perché rifiutati dai loro genitori, ricordare coloro che non sono potuti nascere, che sono dimenticati da tutti ma sono figli di Dio;  vorrei invitarvi a pregare anche per tutti coloro che hanno dato la vita per la comunità e sono dimenticati, i nostri sacerdoti, i nostri consacrati, le nostre consacrate, coloro che si sono dedicati all’impegno della comunità, perché, noi ricordiamo i nostri parenti, coloro che ci sono legati da affetto, ed è giusto farlo, però ricordiamo anche tutti coloro che ci hanno fatto del bene, e che rischiano di essere i più dimenticati dopo che hanno donato la vita perché la comunità potesse crescere nel bene, anche questo è un atto di giustizia, ricordare quello che ci ha fatto del bene, magari nel silenzio, magari nel nascondimento, ma noi godiamo di quel bene, e se ci riflettiamo, sono tante le persone che in una maniera o nell’altra han fatto del bene, nel passato lontano, e nel passato più recente, ricordiamoli perché questo è un atto di carità, un atto di amore, e solo nell’amore possiamo essere tutti uniti, solo nell’amore possiamo costruire una comunità, solo nell’amore possiamo essere davvero, con una preghiera che si presenta da una parte con umiltà, ma dall’altra anche con fiducia al Signore Gesù, quindi sappiamo che quando preghiamo così il Signore non lascia cadere nel vuoto la nostra preghiera. Stamattina riconfermiamo la nostra fede, in colui che è vivo, ed era morto, il Signore Gesù, preghiamo perché la nostra fede, anche di fronte al dolore, alla morte, non venga meno, ma sia rafforzata, per questo celebriamo la Santa Messa, perché la nostra fede sia rafforzata nel celebrare colui che è vivo e che si dona a noi vivo perché la nostra vita di fede possa essere sempre più piena, più autentica, maggiormente vissuta, tutti insieme, come la comunità di coloro che hanno già ricevuto il dono della resurrezione, che è la prima resurrezione che ciascuno di noi ha  quando siamo perdonati dai nostri peccati, e che vivono nell’attesa, per partecipare pienamente alla vita del Cristo risorto insieme con i nostri cari.

Redazione: