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In che modo il Cristianesimo ha contribuito alla nascita e allo sviluppo della scienza?

CITTÀ DEL VATICANO – Papa Francesco lunedì 27 ottobre è intervenuto durante la sessione plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze e, parlando dell’origine dell’universo, ha fra l’altro affermato: “Il Big-Bang, che oggi si pone all’origine del mondo, non contraddice l’intervento creatore divino ma lo esige”.

Le parole del Pontefice sono state accolte con meraviglia da più parti. Nell’opinione pubblica infatti esiste un divario fra la sfera religiosa e quella scientifica. Nei più soggiace la convinzione che il pensiero religioso sia inconciliabile con quello scientifico e non poche persone affermano di credere alla scienza, ritenendo di mettere la parola “fine” sulle credenze religiose. Ma le cose stanno davvero così?

In realtà, se si indaga un po’ più a fondo, si scoprirà che la teoria del Big Bang è stata formulata nel 1927 dal sacerdote belga Georges Edouard Lemaître che parlò di “ipotesi dell’atomo primigenio”. Solo una ventina d’anni dopo, lo scienziato Fred Hoyle diede a questa teoria scientifica il nome di Big Bang, col quale oggi è nota.

Ma quello del Big Bang non è l’unico caso di teoria scientifica nata grazie al contributo di un religioso. Se si va a sfogliare un libro di storia della scienza, si potrà vedere come il pensiero cristiano abbia notevolmente influito sulla nascita e sullo sviluppo di questa disciplina.

Infatti parliamo di scienza, in senso moderno, a partire da Galileo Galilei. Lo scienziato pisano, come afferma nei suoi scritti, voleva scoprire nella natura le impronte del Creatore. Nella visione cristiana Dio ha creato l’universo con ordine e ha impresso nella natura delle leggi ben precise. Pensiamo, solo a titolo d’esempio, al sole che sorge sempre a est e tramonta sempre a ovest.

Con il suo background di credente, Galilei si è accostato alla natura per capirne i meccanismi e scorgere in essi qualcosa che rimandasse al Creatore. Possiamo quindi dire che la scienza moderna è nata dall’atto di fede in Dio Creatore di Galileo Galilei, come ha sostenuto lo scienziato Antonino Zichichi nel suo volume, ormai di qualche anno fa, “Perché io credo in colui che ha creato il mondo”.

Galileo Galilei, che pur fu condannato dalla Chiesa per complesse vicende sulle quali ora non possiamo soffermarci, è passato alla storia per aver ripreso e sostenuto la teoria eliocentrica formulata da Niccolò Copernico. Non tutti sanno però che il Copernico era un canonico polacco e che egli espose la sua teoria in un libro, il De revolutionibus orbium coelestium, dedicato al Papa Paolo III. Si può dunque asserire contro il luogo comune, in maniera semplice, ma non per questo non veritiera, che la teoria copernicana non è nata né fuori, né contro la Chiesa.

Forse il campo dell’astronomia è quello nel quale maggiormente si sono dilettati gli uomini di religione – e in particolare i Gesuiti – se è vero che circa una quarantina di crateri lunari portano il nome di altrettanti figli di Sant’Ignazio ai quali piaceva stare col naso all’insù. Ad un Papa poi, Gregorio XIII, si deve il calendario che, proprio da lui, prende il nome di “gregoriano” e che è di gran lunga il più utilizzato nel mondo. Egli chiamò un equipe di esperti in Vaticano affinché perfezionasse il calendario giuliano.

E se dal cielo scendiamo sulla terra, possiamo ricordare che fu il monaco agostiniano Gregor Mendel a formulare le prime leggi della genetica dopo aver osservato gli incroci fra alcune piantine nell’orto del monastero di San Tommaso a Brno (attualmente nella Repubblica Ceca). Possiamo anche menzionare il sacerdote milanese don Giuseppe Mercalli che diede il nome alla nota Scala che serve a misurare l’intensità dei terremoti…

E la carrellata sui nomi di illustri credenti che si interessarono di scienza potrebbe andare ancora avanti, dimostrando che forse aveva proprio ragione Papa Leone XIII quando, nel motu proprio “Ut mysticam” del 14 marzo 1891, scrisse: “Per gettare disprezzo e odio sulla mistica Sposa di Cristo, che è vera luce, i figli delle tenebre sono soliti di calunniarla di fronte agli ignoranti e chiamarla amica dell’oscurantismo, fomentatrice d’ignoranza, nemica della scienza e del progresso, rovesciando la verità dei fatti”.

Per saperne di più si legga il bel volume “Scienziati, dunque credenti” di Francesco Agnoli.

Nicola Rosetti: