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Anche le chiese se la giocano su TripAdvisor

Di Emanuela Vinai
L’avviso è affisso su un muro, nel corridoio d’uscita della porta che dà su Piazza del Popolo. Quattro pezzetti di scotch agli angoli, passerebbe per una locandina di promozione di qualche corale o incontro catechistico. Invece, a uno sguardo più attento, ecco comparire l’inconfondibile logo del gufo: quella appesa a Santa Maria del Popolo è proprio una lettera di TripAdvisor. Ohibò, perché mai in codesto luogo? Trattasi di “certificato di eccellenza”, un “prestigioso riconoscimento” attribuito in base “alla qualità delle opinioni e delle recensioni pubblicate”. Insomma, per dirla con il linguaggio specifico: il costante feedback positivo espresso dai viaggiatori ha determinato l’assegnazione dell’eccellenza.
Passata l’impressione di stordimento per aver appena visto una delle chiese più belle di Roma messa nel calderone delle recensioni di hotel e ristoranti, a questo punto la verifica sul sito è d’obbligo. Non fosse altro per vedere come se la passano le altre chiese, monumentali o meno, nelle opinioni dei visitatori. Si scopre così che nella sezione “attrazioni Roma” (ben 753!) la classifica è saldamente dominata non da San Pietro, bensì da San Paolo Fuori le Mura, che fa l’en plein delle preferenze su più di 2mila segnalazioni. Seguono a stretto giro San Giovanni in Laterano, le domus di Palazzo Valentini e Sant’Ignazio di Loyola. L’architettura religiosa detiene svariate posizioni chiave e bisogna scendere al decimo posto per trovare il Colosseo, al sedicesimo per i Fori. Con qualche sorpresa, per esempio molto staccata in classifica, addirittura al trentasettesimo posto, un gioiello come Santa Maria d’Aracoeli.
Ormai prima di prenotare un albergo o scegliere un ristorante si cercano referenze online. Quello che prima era il passaparola tra amici e conoscenti ora si è trasformato in un fenomeno globale che interessa circa 200 milioni di persone, gli utenti unici di TripAdvisor (di cui oltre un milione in Italia), e che assicura al sito un fatturato di 637 milioni di dollari. “Ci auguriamo che mostrerete il vostro certificato a ospiti e personale della struttura con grande orgoglio”, recita la lettera che certifica l’eccellenza. Può andar bene per un locale, ma una chiesa ha davvero bisogno di far presente a chi entra che è stata giudicata la miglior chiesa in circolazione? Cosa ne pensano Santa Maria della Vittoria o San Luigi dei Francesi? Vale di più estasiarsi con Bernini o illuminarsi con Caravaggio? Se è facile immaginare cosa si cerca nei commenti relativi all’opzione di questo o quel ristorante per prenotarlo o scartarlo, quale criterio dovrebbe guidare una simile scelta quando si parla di un capolavoro?
Eppure, anche in questi casi, pare ci siano particolari in grado di fare la differenza e determinare la preferenza, soprattutto quando il tour capitolino è quello da fine settimana e in due giorni non è che si possa correre la straecclesia. Così, scorrendo le recensioni delle chiese romane, al di là dei legittimi “oohhh” di meraviglia declinati in svariate forme, si leggono appunti decisamente esplicativi. Un breve e non esaustivo campionario per capirsi. C’è chi evidenzia la scarsa manutenzione: “Bellissima, ma luci a pagamento e polvere a gratis” (Sant’Agostino). Chi preferisce il giro in solitaria: “Consiglio di andarci il mattino presto in modo da evitare le masse di turisti con guide” (San Pietro in Vincoli). Chi cerca la meditazione: “Andateci durante la preghiera serale, in estate. Tra le 21 e le 22 la chiesa apre e nella penombra una preghiera sale spontanea dal cuore” (Santa Maria degli Angeli). E persino chi si crede a Cinecittà: “Una bella chiesa di Roma, ma la cosa più attraente è la location: Trastevere” (Santa Maria in Trastevere).
Infine, sciogliamo un piccolo giallo. E San Pietro? Dov’è il Cupolone? Possibile che non ci sia? Rapida ricerca ed eccola, correttamente posizionata a parte nella sezione “attrazioni di Città del Vaticano”, la Basilica si piazza al secondo posto delle preferenze. Forse non a caso è preceduta solo da uno dei suoi simboli di amore più celebri: la Pietà.
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