La vicenda ha avuto origine un anno fa, da quando l’esponente leghista paragonò l’allora ministro dell’Integrazione “ad un orango”, salvo poi scusarsi pubblicamente. Kyenge padre, offeso e ferito per la mancanza di rispetto nei confronti della figlia non perse tempo e decise di eseguire un rito tribale su di lui “affinché gli avi lo liberassero da cattivi pensieri e parole offensive, usando parole di tolleranza e non di vendetta”.
Se il rituale fosse improntato all’indulto o alla punizione non è dato sapere, fatto sta che il povero Calderoli giura che da allora ne ha viste di cotte e di crude: “sei volte in sala operatoria, due in rianimazione, una in terapia intensiva, è morta mia mamma e nell’ultimo incidente mi sono rotto due vertebre e due dita”. Per concludere la serie con il ritrovamento di un serpente di un paio di metri che lo aspettava fiducioso in cucina. A nulla sono valse le precauzioni prese, dal cornetto regalato dai colleghi al rivolgersi a una maga “che ha visto forze oscure” nemmeno si trattasse di Voldemort.
Di fronte alla richiesta calderoliana di un esorcista o di un intervento nientemeno che del Papa, risuona ironica la replica del presunto iettatore dal Congo: “Se quando lui ha chiesto scusa a Cecile era sincero, può stare tranquillo. Se invece quelle scuse sono state frutto di calcolo e convenienza, gli antenati potrebbero innervosirsi”. E anche se Cecile Kyenge, da parte sua, ha avuto parole sagge, ricordando che da cattolici non si deve credere a pratiche o riti esoterici e che per aver ragione delle dichiarazioni offensive l’appuntamento è nelle aule di un tribunale, purtuttavia il dubbio, è il caso di dire, serpeggia tra le righe.
Dalla tragicomica vicenda si può trarre, se non una morale, almeno una considerazione: come ci hanno insegnato le nostre mamme, quando ti comporti male poi il rimorso ti lavora l’anima e i pensieri, in attesa del castigo (che si scorge ovunque) e del perdono (che non si sa quando arriva). Rito o non rito, l’unica vera macumba che non dà tregua è quella della coscienza.