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Sull’Ucraina incombe lo spettro dell’uso di sostanze chimiche

Di Maria Chiara Biagioni

Al bagno di sangue vissuto venerdì scorso a Odessa e agli scontri sempre più violenti nella parte orientale del Paese, si aggiunge ora per l’Ucraina anche le spettro dell’uso di sostanze chimiche. Il ministero della Difesa ha comunicato che c’è stato un tentativo di avvelenamento della popolazione locale e dei militari ucraini attraverso i prodotti alimentari. “Gli esperti ritengono che si tratti di un tipo di azione sovversiva che viene implementata in Ucraina dagli agenti dei gruppi di sabotaggio e d’intelligence della Federazione russa”. Lo racconta al Sir una fonte accreditata dall’Ucraina che preferisce rimanere nell’anonimato dopo che ieri il sito della Chiesa greco-cattolica è stato bloccato da hacker. La vicenda si è ripetuta a Odessa, città al confine con la Crimea, che si affaccia sul Mar Nero: “Quando le forze dell’ordine sono entrate a Odessa nella casa del sindacato dove sono morte bruciate vive le persone, hanno visto che c’era una sostanza chimica non conosciuta che forse preparavano per qualche scopo”.

Tensione altissima ad Odessa: il 9 maggio, data cruciale. 
Quest’ultima notizia è ancora da confermare, ma dimostra quanto l’Ucraina, a tre settimane dalle cruciali elezioni presidenziali del 25 maggio, sia arrivata a un punto di non ritorno. Ha fatto discutere anche l’altolà imposto sabato scorso al leader dei tartari di Crimea Mustafa Gemilev di entrare nel suo Paese di origine. Tensione ancora altissima a Odessa dove venerdì scorso oltre 40 persone sono morte durante gli scontri: la maggior parte ha perso la vita nella casa del sindacato. Il palazzo era stato dato alle fiamme dalle molotov lanciate dalle frange estremiste dei filo-Kiev perché all’interno dell’edificio si erano rifugiati i filorussi dopo gli scontri avvenuti durante il giorno. “La situazione sta peggiorando di ora in ora – racconta da Odessa, don Christopher Kontek, vicario generale della diocesi – non sappiamo cosa succederà domani. Nella notte diverse migliaia di militanti ucraini hanno sfilato in corteo. C’è molta apprensione anche per la giornata del 9 maggio, giorno in cui si ricorda la fine della seconda guerra mondiale e si celebra la Giornata dell’Europa. Si teme che questo giorno possa essere utilizzato per altre manifestazioni di protesta in Odessa”.

Cordoglio per le vittime e preghiere per la pace. In questo contesto di fuoco, sono risuonate ieri le parole di Papa Francesco al Regina Coeli. Il Santo Padre ha invitato ad “affidare alla Madonna la situazione in Ucraina”: “Prego con voi per le vittime di questi giorni, chiedendo che il Signore infonda nei cuori di tutti sentimenti di pacificazione e di fratellanza”. E l’Ucraina si è stretta in una preghiera incessante per la pace. Il vescovo cattolico di Odessa, monsignor Bronislav Biernacki celebra questo pomeriggio nella cattedrale cattolica una Messa ed ha lanciato alla popolazione un appello a “mantenere la calma e a non cedere alle provocazioni”. A tutte le forze politiche nel Paese e all’estero, il vescovo chiede d’intensificare “gli sforzi per dare all’Ucraina la pace e fermare l’escalation della violenza” e alla comunità internazionale “di rafforzare la pressione politica ed economica su coloro che sostengono la violenza, pagano i provocatori e forniscono loro le armi”. Anche il vescovo (neoeletto) della Chiesa greco-cattolica di Odessa, monsignor Mykhaylo Bubniy, guarda con “dolore e preoccupazione alla situazione della città implorando tutte “le parti in conflitto, le forze di sicurezza, il governo e tutte le forze politiche e movimenti della regione di Odessa di fermare lo spargimento di sangue e prevenire un’ulteriore crescita di tensione e violenza nella regione”. “Esorto tutti a lottare pacificamente per i diritti civili e affermare i valori morali che sono alla base della democrazia”. Il vescovo ha poi chiesto a tutti i pastori dell’esarcato di Odessa e Crimea di pregare durante la Messa di domenica scorsa per le persone che hanno perso la vita durante i tragici eventi di venerdì a Odessa. A Leopoli tutte le chiese hanno partecipato a una preghiera ecumenica per la pace in Ucraina mentre da Mosca giunge anche la preghiera del Patriarca di Mosca e di tutte le RussieKirill. In un messaggio diffuso sabato scorso dopo gli scontri di Odessa, il Patriarca scrive: “La responsabilità per quanto sta accadendo è innanzitutto di chi fa ricorso alla violenza anziché al dialogo”. E aggiunge: l’Ucraina potrà offrire “una vita degna per i propri cittadini solo se sarà una casa comune per persone di convinzioni politiche differenti, anche diametralmente opposte. Al dialogo non c’è alternativa”. Anche per il metropolita Onofrio, luogotenente della Chiesa russa in Ucraina, “nessuna idea politica vale lo spargimento di sangue”. E dal Canada, in un’intervista rilasciata alla “National Review”, il capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, Sviatoslav Shevchuk, punta alle elezioni presidenziali del 25 maggio. “La nostra Chiesa – dice – esorta a partecipare pienamente al dibattito elettorale e a votare con cura per la persona che può unire il Paese”. Scopo della propaganda russa è destabilizzare il processo democratico in atto in Ucraina favorendo “divisione e disgregazione” del Paese. Il primate della Chiesa ha assicurato che lui e la sua Chiesa faranno invece tutto il possibile per favorire il processo elettorale.

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