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Cancelliamo i graffiti riprendiamoci le città

C’è chi sporca e chi pulisce: chi sono i veri anticonformisti, “eroi” dei giorni nostri? Coloro che “marchiano” il territorio a colpi di vernice spray, imbrattando muri, cancelli e monumenti, o quanti, armati di pennello e spazzola, ripuliscono tornando a dare un aspetto decoroso alle nostre città?
Che le strade, soprattutto nelle grandi città, vedano qua e là la presenza di graffiti – alcuni fatti bene, ma tanti, troppi di dubbio gusto – non è una notizia, piuttosto un triste riconoscimento di una discutibile affermazione da parte di alcuni della propria identità. È invece una (bella) notizia la sempre maggior diffusione di gruppi di cittadini che hanno dichiarato battaglia al degrado.
A Milano l’associazione antigraffiti, attiva dal 2006, “promuove campagne civiche e iniziative rivolte a tutti i cittadini”, organizzando pure “corsi di educazione civica, mirati sull’argomento graffiti, nelle scuole medie e superiori”. Ma non fa solo teoria: negli 850 metri di viale Abruzzi, ad esempio, si consuma un quotidiano confronto tra i “graffitari” che agiscono di notte e una decina di volontari che di giorno ripuliscono. E pure gli studenti di 4 istituti milanesi, il prossimo 17 maggio, parteciperanno a un “cleaning day” pulendo i muri di due scuole e un ospedale. A Bologna, invece, è da poco partito un “cantiere scuola” per rimuovere i graffiti nella zona dell’ex manifattura tabacchi, che vede coinvolte tre cooperative sociali della città. Un’iniziativa che fa seguito ad altre messe in campo dai commercianti del centro negli anni scorsi. Ancora, a Roma una docente statunitense, Rebecca Spitzmiller, ha costruito una rete di volontari (tra cui molti stranieri che abitano nella capitale), a Firenze ci sono “gli angeli del bello”, 700 sono gli iscritti ad “Ascoli da vivere” nel capoluogo marchigiano…
Esempi di cittadini che vogliono riprendere in mano il “bello” delle città nelle quali vivono. Perché è vero, ci sono graffiti che sono “opere d’arte”, ma non sono tutti Banksy! Vogliamo dare spazio ai primi? Ben venga, ma in luoghi definiti. Rispettando le regole, senza danneggiare e devastare le nostre città.
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