GROTTAMMARE – Si è tenuta Giovedì 3 Aprile, a Grottammare, la quarta stazione quaresimale e la veglia di preghiera per i Martiri Missionari organizzata dalla Vicaria di San Giovanni Battista e dall’Ufficio Missio diocesana.

Dopo il ritrovo nel piazzale della Scuola Fazzini Mercantini e l’accensione dei lumini, la processione, presieduta dal nostro Vescovo Carlo Bresciani insieme ai sacerdoti della Vicaria e della diocesi, si è messa in cammino verso la Chiesa Gran Madre Di Dio, dietro la croce sulla quale era stata sistemata una veste rossa, segno del martirio, accompagnata dalle fiaccole portate da 12 giovani della Vicaria.

Ad ogni stazione sono stati ricordati i Martiri che, nel corso dell’ultimo anno, hanno dato la vita per testimoniare la loro fede. Quella della testimonianza è infatti una dimensione che fin da sempre è avvertita con forza nei confronti del martirio, tanto che proprio da essa deriva etimologicamente il nome.

All’arrivo in Chiesa si è tenuta la veglia di preghiera per i Martiri Missionari, con delle testimonianze che hanno voluto ricordare la vita di alcuni di essi e la loro radicale adesione al Vangelo che li ha portati alla morte. “La realtà della Croce”, ha ricordato il Vescovo, “si trova al centro della nostra fede. Senza la Croce non è possibile la Pasqua, non è possibile la resurrezione.” Se la croce oggi è divenuta scomoda, tanto che tendiamo ad occultarla, tanto che non vogliamo vederla, non è solo perché ci rimanda alla morte, ma anche perché è segno di una totale fedeltà.

“Chi ama”, ha affermato il Vescovo “non può non essere fedele, e chi ama Dio non può non essere fedele all’uomo. Ma chi teme la verità non vuole essere salvato, non vuole essere svelato e si sente accusato dalla bontà di chi è fedele.” Da qui nascono le persecuzioni contro la Chiesa e da qui ha origine il martirio. “Ma l’infedeltà”, ci avverte, “prepara croci più grandi, per noi e per chi ci sta accanto”.

Poiché tutti noi siamo Chiesa, dobbiamo tutti essere pronti a muoverci verso l’altro, nella piena fedeltà a Dio e all’uomo, consapevoli che non saremo risparmiati dalla Croce, ma non per questo sentendoci privati della nostra libertà. La fedeltà della Croce è anzi il segno della libertà più totale, dell’amore più vero: con le parole del vescovo, “senza di essa saremmo solo banderuole in preda al vento”.

A conclusione della celebrazione sono stati proclamati i nomi dei 22 martiri riconosciuti dalla Chiesa nel corso dell’anno 2013.

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