Saverio Magno, artista che ha il suo studio a Porto d’Ascoli, espone la sua opera: “Superfici e corde nello spazio” in una rassegna del Metamorfismo nei prestigiosi spazi di Palazzo Isimbardi a Milano insieme a altri 42 artisti  provenienti da ogni regione d’Italia. La rassegna si aprirà il 2 gennaio fino al 20 dello stesso mese e prevede la partecipazione di artisti che hanno raggiunto, in numerosi anni di attività artistica, livelli di notorietà nazionale e internazionale.  Ognuno di loro presenta un’opera a completare una rassegna di opere che si devono leggere seguendo un nuovo metodo di lettura visiva: il metaformismo. Giulia Sillato, ideatrice e curatrice della rassegna, ha teorizzato nel 2010, dopo numerosi anni di indagini e studi, i principi di questa nuova visone storico-artistica, fondati su una lettura critica innovativa e rivoluzionaria, con cui riscrive le ultime pagine della storia dell’arte moderna, sostenendo che l’espressione artistica non figurativa, non è mai stata abbandonata dagli elementi formali: essi sono sempre stati riconoscibili leggendo un’opera d’arte con l’ottica della forma, mai distrutta, solo trans-forma-ta. La Forma dell’opera artistica “ribaltata a partire dalla fine dell’Ottocento” è stata in realtà sempre “sottintesa a qualsiasi operazione artistica”. Quindi si considerano nel Metaformismo tutte quelle espressioni dell’arte collegate con le Avanguardie del Novecento e che si sono adeguate alle misure concettuali e tecniche della nostra contemporaneità. L’intento, perciò del metaformismo è quello di offrire un nuovo orientamento critico per meglio qualificare la varietà e poliformìa dei mezzi espressivi odierni. (www.ilmetaformismo.eu)

Saverio Magno coltiva l’arte da 35 anni, come si legge nella sua biografia, ha avuto la “Medaglia d’argento Pico della Mirandola”, oltre a quella conferitagli nel 1991 dal Presidente della Repubblica, allora in carica Francesco Cossiga. Il suo percorso di ricerca artistica lo ha impegnato nel trovare una nuova Visione Spaziale, relativa non all’oggetto rappresentabile, bensì allo spazio in cui esso è rappresentato: nasce la teoria della Tridimensionalità Binoculare, originale forma di Astrattismo Geometrico, in cui la superficie del quadro si suddivide in campiture di colori diversi: sono i piani spaziali percepiti dall’occhio che, se non unifica la propria visione a quella dell’altro, coglie singolarmente i diversi passaggi di profondità, tutti convergenti verso l’osservatore. Le sue opere possono essere ammirata passando nei pressi del suo studio a Porto d’Ascoli, soffermandosi alla sua vetrina.

www.saveriomagno.it Blog “Arte In MAGNO” http://saveriomagno.blogspot.com/

Superfici e corde nello Spazio (Tridimensionalitò Binoculare)

Studio3

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