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Frate Francesco: nascita di una Vocazione

Di Michele Rosati

“Assisi è il capolavoro di un Santo che non cessa d’essere poeta;
e poiché in Italia i capolavori nascono
dalla perfetta intesa d’un poeta e d’una donna,
Assisi è nata da un dialogo tra Francesco e Chiara.”

C. Angelini

La storia di Francesco d’Assisi è conosciuta ormai a grandi linee da tutti…quello che in pochi conoscono invece è la vita del giovane Checco e del perché arriva alla sua scelta di abbandonare tutte le sue ricchezze e vivere in povertà…sfrutto la mia conoscenza, l’amore che mi lega ormai da tempo ad Assisi e la mia devozione verso Francesco per parlarvi della sua storia e lo faccio a modo di racconto, nella speranza che anche tra le generazioni più piccole nasca la voglia di scoprire questa figura di un grande Santo….

 

 

 

Fine del 1100 , secolo 12° : Assisi è una bellissima cittadina presso il monte Subasio, in Umbria, vicino alla città di Perugia. I suoi abitanti sono molto bravi ed attivi: si danno da fare in tutte le specialità:legno,ferro,agricoltura,allevamento degli animali e commercio delle stoffe. Uno dei negozi più grandi e completi di Assisi è quello di Pietro di Bernardone: compra e vende le stoffe più belle in circolazione. Nel Medioevo si era raggiunta una tale bravura che nemmeno oggi si è capaci di fare stoffe e broccati belli come allora. Pietro vuole allargare il suo commercio e viene a sapere che in Francia c’è una fabbrica che produce stoffe di una bellezza maestosa, allora si decide e parte per la Francia. Lì trova davvero quello che cerca e non solo: trova anche una bellissima ragazza del posto che accetta di sposarlo. Così Pietro torna ad Assisi con dei prodotti eccezionali e con una bella moglie francese. In quel periodo, nel Medioevo, i francesi erano chiamati dagli Umbri “franceschi”…Arriva l’anno 1181;dalla unione di Pietro e della bella “Francesca” nasce un bambino di nome Giovanni, ma ad Assisi si iniziò a chiamarlo fin da subito “il figlio della francesca” per identificarlo, da figlio della francesca, a Francesco il passo è breve cosi Giovanni inizia subito ad essere chiamato Francesco .

Il piccolo Francesco cresce: è molto ricco e buono. Con la madre parla in lingua francese, con gli altri in italiano (l’italiano di quel tempo è ancora molto simile al latino). Dalla mamma impara a suonare e cantare: in Provenza (la regione dalla quale proveniva) era molto diffusa la pratica del cantare e del suonare….

Non sappiamo molto sulla infanzia di San Francesco ma è facile immaginare che cresce molto bene: impara a leggere e scrivere, a suonare e cantare,andare a cavallo,frequentare la chiesa dando vita al coro con la sua bella voce. Soprattutto gli altri bambini stanno volentieri con lui perché è molto buono e gentile : pur essendo figlio di un ricco mercante, non lo fa pesare sugli altri , soprattutto sui più poveri. C’è già una cosa che lo rende diverso dagli altri: l’amore alla natura. Mentre forse gli altri bambini rovinano e sporcano il bosco o fanno soffrire gli animali, Francesco cerca nel creato la voce di Dio. Ascolta incantato il canto degli uccelli, dell’acqua, del vento,della pioggia; conosce benissimo le caratteristiche delle piante e degli animali più vicini a lui. Crescendo Francesco riceve i sacramenti e poi poi parte per la guerra contro Perugia…

Ebbene si: ai tempi di san Francesco, intorno al 1200, c’era purtroppo la “moda”di fare la guerra . Appena arrivava la primavera, quando iniziava a fare più caldo si andava subito a fare la guerra.

Francesco è ormai grande. E’ un musicista e cantore, elegante e gentile, vero re della gioventù locale. Ormai il babbo e la mamma cominciano a pensare a chi potrà essere la sua futura moglie. Fra le ragazze che ascoltano spesso Francesco c’è Chiara, una bellissima abitante di Assisi, non ricchissima ma molto buona. Il babbo e la mamma sperano che, se si sposeranno, li riempiranno di nipotini. Invece… succede che scoppia la guerra contro Perugia. Nessuno sa del perché fosse scoppiata, ma non c’era niente da fare: bisognava partire…

Il nostro Francesco fa di tutto per avere l’armatura più bella della città. La indossa sotto gli occhi ammirati delle ragazze ma poi esclama:”Mi sembra di essere dentro una cassa da morto”. Il babbo e la mamma gli dicono di non scherzare, il vescovo di Assisi li benedice come se fossero degli eroi e infine parte per la guerra. L’esercito di Assisi, per quanto fosse grande, era sempre più piccolo di Perugia, la città principale dell’Umbria. Ovviamente accade quello che doveva accadere: Assisi perde e Francesco, fatto prigioniero, viene tenuto in una prigione scabrosa: una fossa profonda e umida , chiusa verso il cielo solo da una rete di ferro. Passano i giorni e Francesco si ammala: tosse e febbre lo stanno portando alla morte, è ormai un anno che vive prigioniero a Perugia, quando finalmente il suo ricco padre riesce a liberarlo pagando ai perugini una somma enorme.

Ormai piegato dalla malattia Francesco torna a casa,certo di morire. La mamma lo cura con una amore incredibile come solo una madre sa fare: notti e notti insonni vicino a lui che sembra non riuscire a vincere la tosse e la febbre. Passano giorni e giorni e una mattina, quasi per miracolo Francesco si alza dal letto: E’ guarito!La immaginate la gioia dei genitori? Francesco sta sempre più riprendendo le forze quando un giorno viene visto da tutta Assisi sul davanzale della finestra che sta cercando di prendere in mano un uccellino ferito. Per avvicinare l’uccellino Francesco rischia addirittura di cadere ma riuscirà a mettersi in salvo…ora il problema è che praticamente tutta la città ha visto la scena e gli abitanti di Assisi iniziano a pensare che la lunga malattia lo abbia fatto impazzire. Francesco ormai ha rotto ogni schema: dopo essersi sentito vicino alla morte e dopo aver visto come la gente si fa la guerra per niente,decide di stare per sempre dalla parte dei più deboli.

Il padre, Pietro di Bernardone lo segue come un’ombra perché teme che faccia altre pazzie. La gente comincia a deriderlo sempre più apertamente. Solo Chiara gli conserva intatta la sua amicizia.

Sentendosi escluso Francesco si allontana sempre più spesso a cavallo, nelle zone vicine ad Assisi ed un giorno fa un incontro che gli cambia letteralmente la vita: un lebbroso gli si fa avanti chiedendo l’elemosina. Francesco dapprima rabbrividisce a quella vista, gli butta da lontano una moneta e scappa via a cavallo…poi, poco dopo si ferma, inizia a ragionare e gli viene in mente quello che Gesù ha fatto con i lebbrosi, quindi torna indietro, chiama il povero lebbroso, scende da cavallo e……..lo bacia. Alla fine gli rovescia in mano tutte le monete del suo borsellino….

Ormai il dado è tratto. Francesco torna a casa, è euforico, va nel magazzino dove suo padre conserva le stoffe più preziose e comincia a buttarle dalla finestra verso i poveri. Immaginate la confusione, le risate, le domande! Tutti si chiedono se davvero Francesco è impazzito quando……arriva Pietro di Bernardone che vedendo la scena perde completamente la pazienza: gridando come un ossesso trascina Francesco davanti al Vescovo e gli urla di ordinare al proprio figlio di smettere di dare la sua roba ai poveri.

Francesco rinnega suo padre e dice di essere figlio di Dio e sceglie di vivere in povertà, si toglie tutti i suoi vestiti rimanendo completamente nudo… Il vescovo lo avvolge con il proprio mantello, Francesco prende un pezzo di corda trovata in terra, se la lega alla vita e si allontana cantando.

Da quel momento,mentre un silenzio impressionante cala su tutta Assisi, comincia la meravigliosa avventura del francescanesimo nel mondo.

Francesco esce dalle mura di Assisi, felice di appartenere tutto a Dio. E decide di andare a vivere in una chiesetta abbandonata, con un vecchio sacerdote ammalato che la custodisce era la chiesa di San Damiano…e’ proprio qui che Francesco messosi in preghiera davanti al Crocifisso sente la voce del Signore: il crocifisso di San Damiano parla a Francesco dicendogli “Và e ripara la mia casa che come vedi è in rovina”. Francesco allora, capendo da principio di dover ristrutturare la chiesetta chiede al sacerdote ospitalità e in cambio cercherà di restaurarla, ma la chiesetta è messa male, ha addirittura il tetto sfondato. Inizia così la seconda vita di Francesco. La chiesa è davvero

malandata: per quanto si dia da fare , ogni lavoro in muratura non va avanti troppo bene. Francesco si adatta all’idea di aspettare tempi più lunghi quando… vede comparire i suoi12 amici più stretti; quelli che erano stati suoi compagni di brigata e di baldoria, non erano cattivi ma molto, molto spensierati. Da quando Francesco se ne era andato via la loro allegria era crollata. Accade così un miracolo dopo l’altro:i ragazzi più ricchi di Assisi, uno dopo l’altro, vanno ad abitare a San Damiano, vicino a Francesco. Iniziarono a vivere poveri in luoghi estremamente miseri. I frati scelsero sempre dei luoghi vicini a chiese ed ospedali di lebbrosi, che curavano amorevolmente. Francesco rifiutò di diventare prete, perché si riteneva indegno ed infatti rimase diacono per tutta la vita. Tra il 1211 ed il 1212 anche un gruppo di ragazze, guidato da Chiara, scelse di seguire la regola di vita francescana. Ormai Assisi è sconvolta da quello che succede: Francesco e i suoi amici,cantando allegramente, vanno in giro chiedendo l’elemosina. A chi li offende, essi rispondono che vivono come Gesù, senza pensare al domani,sempre contenti di quello che hanno. Nel 1219 san Francesco partì per la quinta guerra Crociata ed in Egitto tentò di convertire al cristianesimo addirittura il Sultano e i suoi soldati, che erano musulmani, difendendo l’opera dei crociati e la piena legittimità della loro guerra. Dopo che san Francesco l’ebbe riscritta più volte, nel 1223 il papa approvò il testo definitivo della regola francescana, che prese il nome di “Regola Bollata”.Nello stesso anno, la notte di Natale, Francesco ed i suoi frati fecero il primo Presepe Vivente, cioè misero in scena la nascita di Gesù: da questo episodio nacque la tradizione del presepe natalizio. Molto spesso san Francesco si ritirava da solo a pregare in luoghi isolati. I racconti della sua vita sono contenuti nei “Fioretti di san Francesco”, che ci raccontano molti episodi diventati celebri, come quelli del lupo di Gubbio e della predica agli uccelli. Due anni prima di morire, nel 1224, ricevette le stigmate, cioè ebbe sulle mani e sui piedi le ferite dei chiodi di Gesù sulla Croce, che non guarivano mai. Negli ultimi anni di vita soffrì molto perché era molto malato agli occhi e al fegato. Negli ultimi anni di vita, l’amore che Francesco ha per la natura sfocia in un cantico melodioso: il “Cantico delle Creature” composto dal frate tra il 1224 ed il 1226, dove loda la grandezza di Dio, che ha creato ogni cosa. Scrisse poi proprio prima di morire un suo “Testamento” spirituale, che volle fosse messo insieme alla Regola Bollata, dove raccomandava a tutti i suoi frati di mantenere sempre fede alla Regola approvata dal Papa. Salì al Cielo la sera del 3 ottobre 1226, nel luogo a lui tanto caro quello della Porziuncola. La mattina seguente: il 4 ottobre il corpo di Francesco viene portato lungo tutta la città di Assisi fino ad arrivare a San Damiano, per essere mostrato un’ultima volta a Chiara ed alle sue consorelle, venne poi sepolto nella chiesa di San Giorgio. Da qui nel 1230 (4 anni dopo la sua morte e 2 anni dopo la sua canonizzazione) la sua salma venne trasferita nella basilica di Assisi dove riposa ancora oggi.

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