padre eugenio acquaviva

ACQUAVIVA PICENATra il 413 e il 426 d.C., Sant’Agostino scrisse De Civitate Dei,  “La città di Dio”, che assieme alle “Confessioni”, rappresenta il testo più caratteristico del Santo d’Ippona. Un testo che prende come incipit il disfacimento dell’Impero Romano d’Occidente, in particolare la violazione delle mura di Roma da parte del re Goto Alarico. La città di Dio è suddiviso in ventidue volumi, di cui i primi dieci finalizzati alla difesa del cristianesimo e gli ultimi dodici alla salvezza dell’uomo.

In occasione del IV centenario dall’istituzione del Convento dei Padri Agostiniani Scalzi di San Lorenzo Martire in Acquaviva, si è svolto nel piovoso pomeriggio di domenica 29 settembre presso l’auditorium della Banca Picena Truentina un interessantissimo incontro con il santo d’Ippona e la sua opera.

Tema dell’assise: Agostino, costruttore della città di Dio nella città dell’uomo, che ha visto l’illustre presenza di Padre Eugenio Cavallari, cultore del Santo e degli studi agostiniani, nonché Priore Generale Emerito dell’Ordine.

Dopo le felicitazioni e i complimenti nei confronti degli organizzatori, le parole di Padre Cavallari sono partite dall’aspetto culturale, indispensabile per tutti gli individui sulla Terra. Secondo Padre Cavallari, la città di Dio poggia su due pilastri fondamentali: la fede e l’umiltà, in una vera e propria lezione contraddistinta dalla lettura dei principali passi del testo, in particolare il “fine ultimo”, principio e sunto del diciannovesimo Libro.

Nelle parole di Padre Cavallari l’incontro è stato un viaggio nei tempi agostiniani con elementi di modernità (molto interessanti i Paragoni con Leopardi e Marx) e di contemporaneità, utilizzando una frase del Santo d’Ippona molto emblematica: “costruire la casa è di pochi, ma qualsiasi imbecille la sa demolire”.

Sono stati novanta minuti pieni d’interesse, culminati con l’aspetto principale del testo che, secondo Padre Cavallari, si basa sugli uomini che amano Dio e che si amano a vicenda. Da segnalare purtroppo la totale mancanza di giovani under 28.

Abbiamo incontrato e coinvolto Padre Cavallari in un’interessante intervista.

Che messaggio porta al termine di quest’incontro in quel di Acquaviva?
“Il bisogno di fare questo passaggio, da una logica umana a una logica cristiana. Il pensiero laico in se è bellissimo, ma non è completo. Noi possiamo con la logica di Agostino, parlare anche di un amore che ci porta tutti a una pace nuova e diversa, all’unità verso tutto il Creato, questo è il messaggio di Agostino.

Che messaggio vuole rivolgere ai giovani?
“Il messaggio del Leopardi, di pensare che ciascuno è per tutti e tutto quello che è intorno a noi deve diventare nostro, nel vero senso della parola”.

Che rapporto ha avuto con gli Agostiniani Scalzi di Acquaviva e con la Diocesi di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto?
“Il mio rapporto è iniziato 59 anni fa con il mio noviziato qui ad Acquaviva, ed è stata un’esperienza molto bella. L’ultimo rapporto è stato il Sinodo Diocesano, che ho avuto la fortuna di vivere gli ultimi tre anni con il Vescovo e tutti i Sacerdoti e i Laici della Diocesi. Ho capito che la Chiesa deve essere Madre e Famiglia.

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