Don Luigi

DIOCESI – A tu per tu con don Luigi Taliani, Direttore di “Emmaus”, settimanale della Diocesi di Macerata.

Nato a Cingoli, il 26 Ottobre 1943, ordinato sacerdote il 27 Gennaio 1969 dall’allora Vescovo di Macerata, S.E.R. Card. Ersilio Tonini. Dal 1976 in Azione Cattolica con incarichi diversi, 11 anni come assistente regionale ACRagazzi,poi, assistente regionale MSAC. attualmente ricopre l’incarico di assistente generale dell’Azione cattolica della Diocesi di macerata, assistente FUCI, direttore di Radio Nuova MC e direttore responsabile del settimanale settimanale diocesano Emmaus.

Sociologo ed esperto in comunicazioni, dirige l’ufficio diocesano delle comunicazioni sociali; molti incarichi, molte responsabilità, quali sono le sue risorse?
-La risorsa per andare avanti è la continua passione verso il nuovo. Dal punto di vista della Fede, è l’incontro della parola di Dio con l’uomo, la cultura attuale deve risorgere…

In che modo?
-Attraverso le relazioni, che diventino vive e significative per gli uomini contemporanei.

Sacerdote e giornalista, i due ruoli possono coincidere?
-Si! I nuovi pulpiti, le nuove piazze sono i mass media.

Lei è il fondatore di “Emmaus” che da oltre 30 anni opera nello scenario diocesano maceratese, ci racconti brevemente la storia del “suo” settimanale.
-Fino al 1986 era poco più di un foglio stirato, col modesto obiettivo di fungere da collegamento tra le varie associazioni delle parrocchie. Si sviluppa nel 1992 uscendo stampato in tipografia, fino al 1998 quando diventa quindicinale arrivando a colori nel 2008. Divenuto settimanale, nel tempo cresce sempre più, diventando di 24 pagine con una redazione, collaboratori esterni e professionisti di alto prolfilo.

Non è mai nata l’idea di creare un Emmaus on line?
-Già da alcuni mesi, il giovedì pomeriggio di ogni settimana, compare su internet nelle sue parti essenziali, accessibile ai lettori. Probabilmente, si arriverà ad una edizione “on line” ma il nostro obiettivo è consolidare Emmaus cartaceo.

Cambiamo argomento. Lei, da sempre impegnato con i giovani, si sente di fare un’analisi sui repentini cambiamenti della società?
– In questi ultimi anni vi è stata una profonda trasformazione della società e questo ha avuto un eco sulla condizione giovanile. I giovani sono passati dai grandi sogni degli anni 70-80, a obiettivi, ideali più sciacciati sul presente. Il passato è pietrificato e il futuro sembra sospeso…

Non crede che ci sia uno spiraglio?
-Mai perdere la speranza! Ma ci vorranno anni per ricondurre a sintesi i vari ideali giovanili.

Perché afferma questo?
-I giovani non si riconoscono più nelle strutture o istituzioni politiche, culturali, sociali e anche religiose. Ma sono convinto che, come tutte le fatiche, anche quella giovanile genererà una vita piena di buoni frutti, di cui ancora non conosciamo i connotati.

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