PROVINCIA – Gli operai della Haemonetics continuano a lottare contro la chiusura definitiva dello stabilimento ascolano.
Nella mattinata di mercoledì 3 luglio si sono ritrovati nel centro di Ascoli, in piazza Giacomini, per far sentire ancora la loro voce.
Gli striscioni parlano chiaro “La crisi va pagata da chi l’ha provocata, Stato dove sei?”, “Class Action per truffa allo Stato, Pall acquistata da Haemonetics 1 anno fa, 3 anni di aiuti statali italiani per poi delocalizzarci in Messico”, “Mamme senza lavoro, figli senza futuro!”, “185 famiglie in mezzo alla strada”; gli operari non si arrendono: lo stabilimento Haemonetics di Ascoli Piceno, il cui prodotto è stato definito di ottima qualità dal presidente stesso di Haemonetics Europa, J.V. Wulf, va salvaguardato per il bene di 185 famiglie che si ritroverebbero in serie difficoltà, bisogna trovare una soluzione.

Quaglietti Andrea di USB (Unione Sindacalisti di Base) ci espone brevemente la situazione:” Nel mese di giugno, la ditta Haemonetics ha annunciato, a fine chiusura della solidarietà, prevista per il 31 luglio, la cessazione dello stabilimento; questa procedura prevede a fine solidarietà l’apertura di una procedura di cessazione di stabilimento con una eventuale apertura di una procedura di  mobilità; ci saranno dei tempi tecnici ulteriori a questa situazione, 75 giorni, per trovare delle soluzioni alternative.
Nel frattempo l’USB ha già avviato una procedura di richiesta di incontro al MISE, Ministero dello Sviluppo Economico, per trovare una soluzione.
Di fatto questo è uno stabilimento produttivo che va salvaguardato a livello territoriale e istituzionale per garantire il proseguo del lavoro e la salvaguardia delle famiglie. Certamente è una situazione drammatica, dove gli spazi sono un po’ stretti perché ci sembra assurdo che la Haemonetics, che ha acquistato questo stabilimento circa un anno fa, non abbia visto nella fase di studio che c’erano dei problemi economici.
Secondo noi i problemi non sono economici ma sono derivati dalla mancanza di investimenti di risorse nella ricerca e sviluppo, durante gli ultimi dieci anni circa, per adeguare il prodotto con la richiesta del mercato, soprattutto in Europa  dove si prevede un miglioramento del filtro della sacca del sangue.
E’ un’azienda che comunque guadagna; è vero che attualmente l’organico è superiore al necessario, ma si possono studiare delle soluzioni, come per esempio accompagnare al pensionamento alcune persone.
Noi come USB abbiamo contattato con una lettera, il 19 giugno, l’azienda per capire realmente quale fosse la loro richiesta e l’azienda ha comunicato che la loro intenzione è di vendere lo stabilimento, questo è un segnale positivo perché sotto un’altra cordata o imprenditore lo stabilimento riprenderebbe a produrre.
C’è stata un’iniziativa molto positiva da parte dei lavoratori che si sono mossi, facendosi seguire da professionisti, affinché si possa trovare un’alternativa alla chiusura tramite, appunto, una cordata locale e garantendo la loro professionalità”.

Quindi i lavoratori si stanno esponendo anche in prima persona per trovare una soluzione, come ci conferma Manuela Poggio operaia della Haemonetics:” Nella conferenza stampa abbiamo dichiarato che siamo pronti a rilevare lo stabilimento di Ascoli Piceno con il supporto di esperti del settore e imprenditori disponibili.
Siamo rimasti delusi dalla Haemonetics che ha deciso di chiudere lo stabilimento a causa della perdita di una sola commessa, per l’Inghilterra. Ci hanno comprato senza un piano industriale e a distanza di un solo anno hanno deciso di farci chiudere nonostante il fatto che l’azienda sia stata reputata ottima e produttiva”.

Il corteo dei manifestanti è partito da piazza Giacomini per arrivare a piazza Simonetti, davanti alla prefettura dove una delegazione di dipendenti dell’Haemonetics, accompagnati da rappresentanti sindacali, ha incontrato il Presidente della Provincia Piero Celani, il Vice Prefetto Vicario dott. Anna Gargiulo e il Capo di Gabinetto dott. Giuseppe Di Nardo per informarli sugli ultimi sviluppi della vertenza.
Il Presidente Celani e il Vice Prefetto Gargiulo hanno rinnovato l’impegno delle istituzioni, pronte ad ogni supporto nell’ambito delle rispettive competenze, sottolineando che sono già stati presi contatti con il MISE. In particolare, il Presidente Celani che già aveva sollecitato il Ministero ha scritto una lettera al Ministro Zanonato per chiedere urgentemente la convocazione di un tavolo di crisi sull’Haemonetics evidenziando che “la chiusura dello stabilimento ascolano assumerebbe i contorni di una vera e propria emergenza e dramma sociale per quanto riguarda il Piceno, territorio che sta attraversando da anni una crisi economica senza precedenti. In rapporto alla popolazione residente – afferma ancora Celani nella missiva – è come se scomparisse improvvisamente un’azienda con migliaia di dipendenti.
Considerato inoltre che, in questo specifico caso sussiste la volontà dei lavoratori di proseguire nell’attività aziendale e di collaborare in tal senso con le forze imprenditoriali, occorre procrastinare la chiusura consentendo maggiore disponibilità di tempo per la presentazione di un piano industriale, capace di salvare questa importantissima realtà produttiva e scongiurare l’ennesima devastante delocalizzazione“.
Il Presidente ha anche riferito che sabato prossimo a Pesaro incontrerà il Ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi al quale solleciterà l’interessamento del Governo sulla vicenda mediante il MISE.

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