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In campo contro la camorra

di Gigliola Alfaro

La camorra c’è, ma si può sconfiggere. Nell’area flegrea l’impegno comune di Chiesa, associazioni, scuole e amministrazioni locali può essere il segreto della rinascita di un territorio, con grandi potenzialità, spesso trascurate. Un territorio che per troppo tempo, e tuttora, fa gola alla criminalità organizzata, soprattutto quando ci sono in gioco cifre davvero considerevoli (più di duecento milioni di euro di fondi pubblici e oltre il doppio di privati). A margine del convegno, promosso a Pozzuoli da Libera e Sos Impresa-Rete per la legalità sull’economia e lo sviluppo dell’area flegrea e strumenti di contrasto alla camorra, abbiamo raccolto le esperienze e le speranze di chi s’impegna ogni giorno per dare un futuro migliore alla propria terra.

La camorra ovunque. Giulio Nuovo è originario di Napoli, ma vive a Quarto dove insegna tecnologia nella scuola media “Eduardo De Filippo”. È il referente del nuovo presidio Libera Campi Flegrei. “Il territorio flegreo è martoriato da anni dalla camorra. Quarto ha avuto una grande espansione, da 5-6mila abitanti a 40mila, quando, dagli anni Ottanta, tanti napoletani si sono allontanati dalla città. La costruzione di nuove case è stato un grosso affare per la camorra”. Nuovo ricorda un episodio inquietante: “Circa venti anni fa, il comune di Quarto è stato sciolto per infiltrazioni camorristiche. Prima dello scioglimento, l’ultimo consiglio comunale si svolse nella scuola dove insegnavo, con alcuni noti camorristi che presidiavano il luogo, per far capire quale doveva essere il piano regolatore da approvare”. Ma la camorra non si è limitata a Quarto a influenzare le attività del Comune, ha cercato di imporsi anche ai privati. “Quando abbiamo dovuto fare i lavori di ristrutturazione del palazzo dove abito – sottolinea il referente di Libera -, è arrivata all’impresa la richiesta della tangente prima come sub-appalto del lavoro a un’impresa legata alla criminalità. Di fronte al rifiuto, è arrivata la seconda richiesta di acquistare il materiale necessario per la ristrutturazione in un’azienda imposta dalla camorra. Al nuovo rifiuto si è chiesto di far lavorare delle persone vicine alla criminalità”. È di pochi giorni fa il “nuovo pizzo” imposto ai commercianti: “L’acquisto obbligatorio di nove colombe per 500 euro”.

Una squadra di calcio per la legalità. Eppure, qualcosa si muove e nella direzione giusta. Un esempio è la “Nuova Quarto Calcio per la legalità”, che è stata data in gestione a Sos Impresa dall’amministratore giudiziario per conto della Procura. Luigi Cuomo, coordinatore nazionale di Sos Impresa-Rete per la legalità, è anche il dirigente unico della squadra, che apparteneva al clan camorristico dei Polverino e che, nei suoi primi sei mesi di vita, ha subito diversi atti intimidatori. “Abbiamo fatto in modo che la squadra, da straordinario veicolo di consenso sociale per le mafie, divenisse un simbolo di riscatto per la società civile – afferma -. L’esistenza di questa squadra testimonia come un calcio pulito e onesto possa promuovere la cultura della legalità e rivalutare l’immagine del territorio”. “Attraverso la squadra – gli fa eco Nuovo – stiamo educando i giovani tifosi alla cittadinanza e al rispetto dell’altro. I giocatori, a loro volta giovanissimi, si stanno impegnando tanto, essendo primi nel girone promozione”.

L’impegno di tutti. La camorra non resta, certo, a guardare. “Oggi che nell’area flegrea si approssima una fase di grandi investimenti pubblici e privati – osserva Cuomo – abbiamo già segnali di forte interesse della criminalità organizzata su questi soldi, ma, a differenza del passato, le amministrazioni stanno cercando di fare molto di più, aiutate dal grande impegno della Procura della Repubblica e delle forze dell’ordine”. Eppure non basta: “Devono scendere in campo la società civile e la Chiesa – chiarisce il coordinatore di Sos Impresa -. Non è un caso che le nostre esperienze antiusura e antiracket nascono nelle parrocchie, grazie al contributo e al sostegno dei parroci e del vescovo Pascarella. Nelle parrocchie la gente si sente più libera di rivelare le proprie difficoltà. Essere capaci di aiutare queste persone è fondamentale. E la Chiesa ha un ruolo straordinario in questo”. In realtà, tutti in questo momento devono fare la loro parte. “Troppo spesso fasi come queste – evidenzia Cuomo – sono gestite tra gli addetti ai lavori, invece tutta l’attività riguardante le opere pubbliche deve discussa nelle scuole, nei luoghi di aggregazione, nei partiti politici. Occorre sostenere le buone pratiche per la gestione di questi fondi perché si tratta di arricchire il futuro di un intero territorio. Nessuno può chiamarsi fuori”. Di qui l’idea di costituire un osservatorio che coinvolga associazioni, Chiesa e scuole.

Il ruolo dei sindaci. Un ruolo non da poco spetta anche alle amministrazioni comunali. L’importante è dare segnali chiari di cambiamento. Vincenzo Lucci, vice sindaco di Monte di Procida, racconta che quando è stato eletto per la prima volta (ora è al secondo mandato) aveva avuto come incarico quello di assessore ai lavori pubblici. “Più di una volta – spiega – sono stato avvicinato da ditte che mi hanno fatto capire, in maniera ufficiosa, di essere pronte a pagarmi una tangente pur di vincere un appalto, ma io sono stato chiaro nel dire che non ero disposto a questi compromessi”. Il sindaco di Bacoli, Ermanno Schiano, non si nasconde: “La criminalità organizzata è, purtroppo, presente nel mio comune. Adesso, però, ci sono più strumenti per evitare di assegnare appalti a ditte in odore di camorra grazie a un collegamento informatico diretto con la Prefettura che in tempo reale ci fornisce i dati delle ditte”. Ma c’è di più: “L’amico giusto, insieme liberi dal racket e dall’usura” è il progetto approvato a gennaio dal comune di Bacoli in sinergia con Sos Impresa-Rete per la legalità e la Fondazione Paulus, nata per volere del vescovo di Pozzuoli, monsignor Gennaro Pascarella. L’obiettivo dello Sportello è opporsi al racket e all’usura, sostenendo i cittadini di Bacoli che vogliano denunciare le estorsioni. “Bisogna combattere la cultura del silenzio”, dichiara Schiano. Il sindaco di Pozzuoli, Vincenzo Figliolia, vuole sottolineare che “l’ottimo lavoro di magistratura e forze dell’ordine sta dando buoni frutti nel contrasto della criminalità”, ma che è anche importante puntare sui giovani: “Per questo, stiamo pianificando dei percorsi con le scuole superiori”. A proposito degli ingenti finanziamenti di cui godrà l’area flegrea, Figliolia rammenta la sua richiesta di “creare un comitato riservato insieme con il prefetto e i comandanti provinciali delle forze dell’ordine, per avere una sinergia diretta e mirata a mantenere puliti questi investimenti”.

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