CUPRA MARITTIMA – Chiara è tra i più giovani volontari della Caritas di San Basso a Cupra Marittima. Studentessa di 17 anni frequenta il liceo classico Leopardi di San Benedetto del Tronto. In particolare l’estate scorsa Chiara, insieme ad una giovane studentessa di Cupra, ha deciso di avvicinarsi alla Caritas parrocchiale San Basso di Cupra Marittima, che si dedica, da oltre trent’anni, all’assistenza di chiunque si trovi in uno stato di bisogno, anche temporaneo, senza discriminazioni di provenienza, religione o ideologia. Attualmente le famiglie assistite sono oltre 60 di queste il 20% sono italiane e risiedono nei comuni di Cupra Marittima e Massignano; il resto è rappresentato da nuclei di origine straniera (principalmente albanese, rumena, marocchina, senegalese). Diverse anche le famiglie “di passaggio” a Cupra Marittima ovvero sonio nuclei che si appoggiano a parenti o conoscenti per poche settimane e che si rivolgono alla Caritas per chiedere generi alimentari e vestiario, dopodiché “migrano “in altri comuni.

Chiara come mai ha deciso di intraprendere questa esperienza?
Da tempo sentivo il desiderio di fare qualcosa per il sociale. La pandemia ha ritardato l’inserimento all’interno della Caritas di Cupra, poi l’estate scorsa, finalmente, grazie all’assenza degli impegni scolastici e una migliore situazione sanitaria, ho potuto realizzare questo mio desiderio di fare qualcosa per chi si trova in difficoltà.

Sono circa 15 i volontari che dedicano una parte del proprio tempo ad ascoltare le problematiche di famiglie che risiedono sia nel territorio cuprense che nei paesi limitrofi, cercando di dar loro conforto, vicinanza e possibilmente soluzioni alle loro difficoltà. Lei, insieme ad un’altra giovane volontaria, di che cosa vi siete occupate in particolare?
Abbiamo coadiuvato i volontari, presenti nella struttura già da diverso tempo, nella distribuzione degli alimenti e degli indumenti alle persone in difficoltà economica. In genere, due giornate al mese sono dedicate alla distribuzione di generi alimentari e di capi d’abbigliamento. Pertanto la Caritas è sempre pronta a rispondere alle richieste dei suoi assistiti anche al di fuori di questi due giorni, previo appuntamento.

Chiara, quello vissuto in Caritas è stato un importante capito della sua vita.
Nei miei 17 anni di vita non sono mai stata consapevole di quanto qualcuno necessitasse dell’aiuto altrui se non dopo aver vissuto questa esperienza. Credo che ciascuno di noi abbia bisogno di conoscere anche degli aspetti della nostra società che spesso fingiamo di non vedere.

Referente della Caritas parrocchiale San Basso di Cupra Marittima è Valter Martelli, al quale poniamo alcune domande.
Valter Martelli lei ritiene che è molto importante poter contare su giovani volontari come Chiara. Quali sono i campi che vi vedono coinvolti?
Le attività che portiamo avanti sono molteplici: dagli aiuti alimentari (ci riforniamo principalmente dal Banco delle Opere di Carità di Rubbianello oltre a ricevere prodotti alimentari offerti dalla comunità cuprense) al pagamento di bollette, affitti, visite specialistiche, occhiali e quant’altro, grazie alle donazioni di parrocchiani ed al ricavato dalla vendita di prodotti artigianali realizzati da creative signore dalle mani d’oro che dedicano il loro tempo libero a lavori di cucito, di ricamo, di pittura su stoffa, ecc.

Tra i vostri obiettivi c’è anche la vicinanza fraterna, ci spieghi meglio?
Ci impegniamo anche in una vicinanza fraterna con tutti, in modo da facilitarne l’integrazione sociale e la civile convivenza, particolarmente per chi, per provenienza e cultura, affrontano la vita alla giornata, come se non ci fosse un domani.  Ovviamente, tali nostre attività vanno considerate a supporto degli interventi delle Istituzioni, non potendoci sostituire a quest’ultime. Problemi come l’abitazione, gli sfratti, il lavoro, l’aspetto sanitario, non possono essere affrontati da volontari, anche se, un interessamento che in certi casi ha avuto successo, non lo abbiamo mai negato a chi ha bussato alla nostra porta.

Quanto incide la pandemia nelle vostre attività?
Per quanto concerne l’ascolto, pur nella difficoltà del momento legate all’emergenza sanitaria che si va ad aggiungere ad annosi problemi logistici, ad esempio gli spazi a nostra disposizione sono esigui e tali da non creare quella giusta riservatezza necessaria per far nascere empatia tra chi si pone all’ascolto e chi apre il proprio cuore manifestandoti disagi familiari e difficoltà sociali, cerchiamo in ogni caso di instaurare un minimo di dialogo con la famiglia.

Il caro energie pesa anche sui bilanci familiari.
Prevediamo a stretto giro seri problemi per quanto concerne il pagamento delle bollette. Dalle prime richieste di aiuto ricevute, abbiamo riscontrato un incremento degli importi del 30/40% per luce e gas. Il disagio di non poter pagare si unisce alla paura del taglio delle utenze. La possibilità che lo Stato ha concesso alle famiglie in difficoltà di rateizzare i pagamenti delle bollette di luce e gas emesse dall’ 1 gennaio al 30 aprile purtroppo riteniamo che non risolverà il problema, primo perché in ogni caso le rate dovranno essere pagate e secondo perché non riusciamo a vedere la fine del rincaro delle bollette ad aprile. Ma questo discorso esula dalle nostre competenze. In ogni caso faremo il possibile per ridurre i disagi delle nostre famiglie.

 

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1 commento

  • Lucia Popani
    05/02/2022 alle 16:18

    È un iniziativa che sposo appieno... E nel mio piccolo ho sempre contribuito in lombardia. Posso offrire abiti cappotti vestiario vario e quant'altro può essere utile x la casa... Sono di cupra marittima

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