di Sara De Simplicio

SANT’EGIDIO ALLA VIBRATA –Si è concluso venerdì sera a Paolantonio il doppio appuntamento con gli esercizi spirituali intitolati “EMMAUS, 4 PASSI CON IL SIGNORE”, organizzati e ideati dal parroco don Marco Di Giosia e frutto di un esercizio di rielaborazione di alcune letture a partire dall’ultimo capitolo del Vangelo di Luca, in particolare dalla discesa verso il villaggio di Emmaus di due discepoli ignari di avere al loro fianco nel cammino Gesù risorto.

Ad ospitare le due serate è stato il Giardino della Madonna a lato della chiesa parrocchiale il quale, impreziosito da luci, canti e preghiere, nelle serate di giovedì 10 e venerdì 11 settembre, ha accolto i numerosi fedeli che hanno risposto all’invito di  don Marco e del MinDC (Movimento in Direzione Cristiana) a riprendere il cammino di fede partendo dalla realtà, dal nostro “accaduto”.

Come ribadito nei due incontri, tutti siamo infatti il risultato delle circostanze che Dio ha previsto per noi e tutti abbiamo sperimentato come i discepoli un sentiero di ritorno triste, pieni di delusioni e ferite, desiderosi di tornare al più presto nel nostro nido, nella nostra solitudine, nel nostro rifugio quale è Emmaus.

Ma a fare la differenza è l’atteggiamento di ciascuno di noi davanti alla propria storia, che poi è il luogo dove abita Dio:  le circostanze e le esperienze difficili non sono causa solo di disperazione ma possono essere vissute come esperienze di autenticità che ci cambiano e che, se accettate, ci fanno “restare a Gerusalemme”, permettendoci di incontrare Cristo. E proprio autenticità è la parola chiave: come sottolinea don Marco, “è ciò che rimane di te quando hai perduto tutto, è la tua preziosità nascosta sotto alle sovrastrutture, è la tua umiltà, la tua verità, la tua umanità. E proprio quando lungo il cammino la fede non ci sostiene più, Gesù si fa visibile a noi ripartendo dall’umanità, come quando incappucciato si fa vicino ai discepoli e chiede loro “cosa è accaduto” togliendoli dalla prigione dorata della solitudine”.

Ma prima di rivelarsi il Signore si nasconde ai loro occhi per amore, per permettere loro di mostrarsi autentici e liberi perché per Lui quel che conta è che tu sia tu, con i tuoi rancori, con le tue piaghe, con le tue cicatrici.

Gesù ha, infatti, promesso di salvarci nella morte e non dalla morte. Il vero miracolo del cristianesimo è che ciascuno di noi può assomigliarsi a Lui senza togliere niente di ciò che siamo e viviamo, comprese le nostre sofferenze. Anche con esse possiamo vivere, amare, perdonare come Lui ha fatto sulla croce.

Perché solo un cuore spezzato può trovare Dio. E quando nasce la Fede, quando i discepoli nel Vangelo lo riconoscono nello spezzare il pane, allora Gesù scompare di nuovo alla loro vista… ma solo perché ora è dentro di loro.

E sarà proprio questo “spezzare il pane” la conclusione della catechesi: l’ultimo passo di questi esercizi spirituali sarà infatti una celebrazione eucaristica che si terrà venerdì prossimo 18 settembre nello stesso posto e alla stessa ora e alla quale seguirà un piccolo momento di festa finale.

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